Alberto Zangrillo ritratta in parte quanto detto a fine maggio sulla “morte clinica del coronavirus”: “Ho usato un tono stonato, ma è foto attuale”.
A oltre tre mesi da quando disse che il “coronavirus era morto clinicamente“, Alberto Zangrillo fa parzialmente marcia indietro.
“Non nego che il 31 maggio, quando in una trasmissione tv dissi, sollecitato provocatoriamente, che il coronavirus è clinicamente morto.
Ho usato un tono forte, probabilmente stonato, ma fotografava quello che osservavamo e continuiamo a osservare.
Negli ospedali dove abbiamo curato in terapia intensiva centinaia di pazienti, fortunatamente non ricoveriamo un paziente con esiti primari ha un significato.
Questo non deve portare le persone a comportamenti superficiali” ha detto durante il punto stampa sulle condizioni di Berlusconi, ricoverato all’ospedale San Raffaele perché positivo.
“Predichiamo la distanza anche dall’isteria collettiva”
“Io non ho mai negato che il virus esista, che contagi e sia stato drammaticamente letale e pericoloso” ha aggiunto il primario di Anestesia e rianimazione dell’ospedale milanese.
“Però sono stato anche il primo, il 28 aprile, a dire che dobbiamo convivere con Sars-CoV-2, senza tener conto di un eventuale vaccino” ribadisce.
Invitando a rispettare le regole generali di prevenzione, sottolinea: “Serve rispetto delle regole ma anche distanza dall’isteria collettiva”. (fonte Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev).