Zanzare portano la febbre del Nilo in Italia: sospese donazioni di sangue in 7 città
Dopo l’influenza A, ora si teme per le zanzare dopo i numerosi casi di contagio del virus West Nile trasmesso all’uomo.
Le donazioni di sangue sono sospese nell’area a rischio per chi sia stato almeno 24 ore in sette città italiane: Mantova, Ferrara, Rovigo, Modena, Bologna, Reggio Emilia e Venezia. La zanzara Culex, nota come zanzara tigre, si infetta dai cosiddetti animali sentinella (corvi, gazze, piccioni e cornacchie) e poi punge l’uomo.
Anche i donatori di cellule staminali da sangue midollare sono allertati se residenti nelle aree poste sotto controllo e verranno invitati a sottoporsi a dei test specifici.
Adesso per la sanità italiana arriva un’altra emergenza, quella della febbre del Nilo. La preoccupazione più grande è che può dare vita a complicazioni gravi come la meningite.
«Nella maggior parte delle infezioni – spiega l’infettivologo torinese Giovanni Di Perri – si sviluppa una influenza, con febbre alta e cefalea, dolori alle ossa, malessere generale, che solo raramente degenera in meningite. Ma non tutte le persone punte da zanzare infette sviluppano i sintomi: solo nel 20 30 per cento dei casi alla puntura dell’insetto segue la malattia».
Il virus è sbarcato a Venezia, dopo vari casi in Emilia Romagna. A metà settembre un anziano di Rovigo è morto, mentre giovedì una donna è stata ricoverata in ospedale. La malattia è stata isolata nel 1937 in una zona dell’Uganda occidentale, ma è diventata famosa quando nel 2002 ha scatenato una epidemia negli Stati Uniti: a New York il focolaio di zanzare infette si annidava nel cuore di Central Park.
In America si sono ammalate migliaia di persone, e i morti per meningite sono stati numerosi. Ciò che temono le autorità italiane è la diffusione del virus anche nel nostro territorio. Il Centro Nazionale Sangue ha deciso di mettere in quarantena per 28 giorni tutti i donatori che hanno soggiornato nelle città sotto controllo e considerate a rischio.