“40 acri e un mulo”: risarcire gli afroamericani? Ok dal Congresso Usa, al liceo tratta di schiavi su Snapchat

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Aprile 2021 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA
40 acri e un mulo

40 acri e un mulo: afroamericani aspettano risarcimento per la schiavitù da 150 anni (Ansa)

“40 acri e un mulo”: risarcire gli afroamericani? Congresso dice sì. Chiedere ufficialmente scusa alla comunità afroamericana per la vergognosa storia della schiavitù e risarcirla per secoli di soprusi e discriminazioni. Un’eredità pesante le cui conseguenze sono ben visibili ancora oggi in una società più che mai attraversata da tensioni razziali.

“40 acri e un mulo”: risarcire gli afroamericani per la schiavitù?

Per questo il Congresso ha compiuto uno storico passo in avanti per una legge che ristabilisca un senso di giustizia, votando per la prima volta a favore di una commissione di studio.

Il suo compito sarà quello di gettare le basi per un provvedimento atteso fin dall’era della guerra civile americana. All’epoca un coraggioso testo prevedeva di risarcire gli schiavi o i loro discendenti con “40 acri di terra e un mulo”.

Ma la promessa non fu mantenuta. Nel corso di decenni e decenni, poi, sono falliti tutti i tentativi di portare una legge in Congresso. Per l’opposizione dei Repubblicani (che dura ancora oggi) e di una parte dei Democratici.

Lo storico voto in Congresso cade però nel giorno in cui dal Texas arriva una notizia che provoca ulteriore rabbia e shock. Un gruppo di liceali aveva organizzato su Snapchat una sorta di ‘tratta degli schiavi’ virtuale fissando di volta in volta un prezzo per ognuno dei compagni di scuola afroamericani.

Miliardi di dollari destinati ai neri nell’American Jobs Plan

Ma adesso il clima sembra cambiato, anche rispetto agli otto anni di Barack Obama, il primo presidente afroamericano della storia. Il Congresso è in mano ai democratici. E la nuova Casa Bianca di Joe Biden ha messo la lotta alle ingiustizie razziali al centro della sua agenda di politica interna.

Per questo ha inserito nel suo ‘American Jobs Plan’ decine e decine di miliardi di dollari da investire all’interno della comunità afroamericana. A vantaggio di agricoltori, imprenditori, studenti e settori della popolazione più disagiati.

A favore di forme di risarcimento alla comunità afroamericana sono oggi tutti i vertici del partito democratico, dalla speaker della Camera Nancy Pelosi al leader della maggioranza in Senato Chuck Schumer.

Così la commissione di studio voluta dal Congresso dovrà lavorare a un rapporto epocale. Che indichi in maniera dettagliata tutte le conseguenze economiche, sociali e di natura sanitaria provocate dagli anni della schiavitù e da quelli della segregazione razziale, ed ereditate fino ai giorni nostri.

Il gruppo dovrà poi proporre azioni legislative per affrontare le discriminazioni che permangono ancora oggi e le possibili forme di risarcimento. Diverse le ipotesi: da somme in contanti date alle famiglie alla concessione di prestiti e mutui a tasso zero. Passando per l’azzeramento delle salatissime rette universitarie pagate dagli studenti.

Liceali Texas quotavano il “prezzo” dei compagni afroamericani

A proposito dell’oltraggioso caso di razzismo in Texas. Uno studente veniva valutato ‘100 bucks’ (100 dollari in gergo), mentre un altro ragazzo era quotato solamente un dollaro. “Il prezzo sarebbe migliore se i suoi capelli non facessero così schifo”.

Questo il tono dei commenti nella chat, chiamata ‘Slave Trade’ e che aveva come simbolo un emoji che raffigura un poliziotto bianco che punta la pistola contro un contadino afroamericano.

La preside ha punito il gruppo di quindicenni, liquidando però i fatti come “un incidente di cyber bullismo”. Ma scatenando la rabbia di molti genitori che parlano esplicitamente di odio razziale.

Lo studente nero chiuso nell’armadietto pieno di banane

Da un altro liceo vicino Chicago invece arriva un altro scioccante video. Si vede un gruppo di studenti costringere un compagno afroamericano della squadra di football ad entrare in un armadietto pieno di banane. “Entra o ti spezzo le ginocchia”, si sente tra le risate di tutti. E l’America non può che interrogarsi.