Isis, 400 combattenti in Europa per attentati. Anche Italia

di Ermete Trismegisto
Pubblicato il 23 Marzo 2016 - 20:50 OLTRE 6 MESI FA
Isis, 400 combattenti in Europa per attentati. Anche Italia

Isis, 400 combattenti in Europa per attentati. Anche Italia

PARIGI  – Isis, 400 combattenti spediti in Europa per attentati. Anche in Italia. Una riga, un piccolo flash di agenzia. Ma una riga di quelle che fanno paura. Scrive infatti l’agenzia Associated Press citando “fonti della sicurezza europee ed irachene” che  l’Isis ha addestrato e inviato in Europa centinaia di combattenti (la cifra è attorno ai 400) per attacchi nel Continente. Si tratta di cellule interconnesse come quelle di Parigi e Bruxelles con l’ordine di scegliere i luoghi, i tempi e i metodi di attacco.

Sempre l’agenzia Ap spiega che sono sparsi tra Germania, Gran Bretagna, Italia, Danimarca e Svezia gli elementi della cellula dell’Isis che ha “compiuto gli attacchi di Parigi”, che fa parte dell’esercito di 400 jihadisti che lo Stato islamico ha inviato in Europa per compiere attacchi.

Se si considera che a realizzare l’attentato di Bruxelles sono stati 4 terroristi il conto è presto fatto. La sfida che attende i sistemi di sicurezza europea è enorme. Ed è una minaccia che viene presa estremamente sul serio anche dagli Stati Uniti che hanno già invitato i turisti americani a non andare in Europa nè a muoversi all’interno dell’Europa ritenendo la minaccia di nuovi attentati terroristici imminenti “elevata”.

Preoccupa, e non poco, il fatto che questi potenziali kamikaze siano stati a lungo addestrati. Gli attentati di Parigi prima e Bruxelles poi hanno mostrato la capacità dei terroristi di pianificare e agire in modo organizzato, con una struttura paramilitare. A Bruxelles una serie di circostanze ha fatto sì che il bilancio delle vittime fosse meno grave di quanto stimato dai terroristi. I kamikaze dell’aeroporto avevano chiesto un van ma gli è arrivato un taxi normale. Per questo hanno dovuto lasciare a casa una grossa valigia carica di esplosivo.

I successivi controlli nel covo dei terroristi (merito del tassista che ha riconosciuto nella foto scattata all’aeroporto i suoi passeggeri) hanno permesso di trovare altre grandi quantità di esplosivo.