Il 9 novembre l’apocalisse… simulata. Tv Usa, 30 secondi di black out

Pubblicato il 7 Novembre 2011 - 22:27| Aggiornato il 8 Novembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Mercoledì 9 novembre 2011 tutte le tv americane si bloccheranno per trenta secondi. Sarà un giorno dell’apocalisse… simulata. Sarà infatti solo un test del sistema d’emergenza per far comunicare il Presidente  con tutti gli americani in caso di calamità naturali o di attentati. E così per prepararsi a tutte le evenienze l’America farà per la prima volta nella sua storia una simulazione di emergenza nazionale. Solo per trenta secondi ogni trasmissione sarà interrotta da un messaggio di allarme, ovviamente accompagnato dalla spiegazione che è solo una finta.

Si tratterà di un test importante, per verificare la capacità delle agenzie di sicurezza di raggiungere tutti gli americani, con un segnale inviato su tutti i media, radio, tv, compresa quella via cavo. Una prova per migliorare la tecnica, ove mai un giorno (si spera lontano) le autorità governative saranno chiamate a lanciare un allarme vero.

Si studierà come raggiungere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. Si giudicheranno le reazioni degli individui per capire quale messaggio o quale organo di informazione ottiene il risultato migliore. Una sorta di ‘procurato allarme’, ma simulato, che si spera non creera’ alcun problema.

Verrà testato l’Eas, ovvero l’Emergency alert System, un sistema esistente dal 1994 in passato utilizzato molto spesso a livello locale, anche di un singolo Stato. Capita spesso infatti in America che, vedendo la tv, un programma venga interrotto per qualche secondo da un avviso meteo, su una perturbazione in arrivo, magari un brutto temporale, in modo da evitare di mettersi in viaggio. Ma mai prima del 9 novembre tutto ciò era stato sperimentato a livello nazionale.

Il mega-test è stato messo a punto dalla Commissione Federale della Comunicazione (Fcc) assieme agli uomini della Fema, la Protezione Civile e agli addetti del National Weather Service, quelli del Meteo che già lavorarono insieme per avvisare la popolazione della East Coast dell’arrivo dell’uragano Irene.

In attesa di capire come l’America reagirà a questa sorta di esercitazione di massa, viene in mente lo storico messaggio via radio di Orson Welles che, quando aveva solo 23 anni, scatenò il panico in buona parte degli Stati Uniti annunciando lo sbarco dei marziani a Grovers Mill, in New Jersey.

Era il 30 ottobre del 1938. Dallo studio della Cbs, con una serie di avvisi sempre piu’ drammatici, Welles interruppe un programma musicale, annunciando l’arrivo di oggetti misteriosi sulla Terra. Ben prima che la narrazione finisse con la sconfitta dei fantomatici marziani invasori, nel Paese si scateno’ il panico generalizzato.

Tra le tante telefonate al New York Times, in quei momenti concitati, ci fu quella di uno che chiese seriamente: ”A che ora e’ la fine del mondo?”. Quella sera l’America, grazie al genio di Welles, scopri’ la potenza, nel bene come nel male, dei mezzi di comunicazione di massa.

Tanta fu l’emozione, che tre anni dopo, il 7 dicembre 1941, quando la radio racconto’ l’attacco giapponese a Pearl Harbor, furono in tanti a pensare a uno scherzo di pessimo gusto. Sono passati oltre 73 anni. E si spera che mercoledi’ l’allarme simulato non provochi lo stesso smarrimento.