Aereo, spazi ristretti: “Viaggiare in classe economica può essere una trappola mortale”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2017 - 06:35 OLTRE 6 MESI FA
Aereo, spazi ristretti: viaggiare in classe economica può essere una trappola mortale

Aereo, spazi ristretti: viaggiare in classe economica può essere una trappola mortale

ROMA – Volare in aereo in classe economica vuol dire risparmio di denaro ma al contempo spazi stretti, scomodi, che potrebbero rivelarsi persino una trappola mortale. Un giudice statunitense l’ha definito “un serio problema di sicurezza, che desta preoccupazione”. Un documento del governo mostra che, in caso d’impatto, non c’è spazio sufficiente. Ma quali sono i potenziali pericoli?

Poiché le compagnie aeree hanno posti sempre più angusti, i test dovrebbero dimostrare che in caso di schianto, i passeggeri potrebbero uscirne vivi, ma non li hanno superati. La FAA (aviazione civile) non renderà pubblici i risultati dei test e un tribunale ha avvertito che c’è “una seria e fondata preoccupazione per la sicurezza”.

Le compagnie aeree per anni sono state autorizzate a ridurre costantemente le dimensioni dei sedili della classe economica e lo spazio tra le file di posti, senza regolamentazione, incide sulla sicurezza. Il Daily Beast, al riguardo ha scoperto che:

  • Le prove effettuate per assicurare che in caso di emergenza tutti i passeggeri possano uscire in sicurezza dall’aereo sono pericolosamente obsolete e non tengono conto della densità di carico o di quanto sia contemporaneamente aumentato il numero dei passeggeri.
  • Nessun sedile della classe economica corrisponde agli standard del Dipartimento dei Trasporti per quanto riguarda lo spazio indispensabile, affinché sia sicuro in caso di emergenza, al posto di un assistente di volo.
    • Né Boeing né l’Amministrazione federale dell’aviazione comunicheranno i risultati dei test di evacuazione per le versioni più recenti (e con più posti) del Boeing 737, il jet maggiormente utilizzato.

Flyers Rights, un gruppo di attivisti senza scopo di lucro, ha sottoposto un procedimento alla Corte d’Appello degli Stati Uniti per il District of Columbia Circuit. Un giudice ha affermato che “c’è una plausibile preoccupazione per la sicurezza” che deriva da quella che è definita “densificazione” dei posti in aereo. Il tribunale ha ordinato all’Amministrazione federale dell’aviazione statunitense di rispondere a una petizione presentata da Flyers Rights affinché vengano definite nuove regole per i problemi di sicurezza, scaturiti dall’aver ridotto le dimensioni e lo spazio tra i sedili nella classe economica.

Il Daily Beast ha esaminato più di 900 pagine dei documenti del Dipartimento dei Trasporti e dell’Amministrazione Federale dell’Aviazione (FAA) riguardanti il modo in cui sono configurate le cabine degli aerei affinché, in caso di emergenza, garantiscano una rapida evacuazione. Tutti i test sono stati elaborati decenni prima che le compagnie aeree aumentassero il numero di posti e, soprattutto, prima che riducessero le dimensioni dei sedili e lo spazio tra ciascuna fila.

Durante un test d’evacuazione statica i posti sono occupati da volontari. Le normative FAA specificano che “i soggetti devono essere naïve (non precedentemente trattati) e soddisfare la richiesta d’età, genere, ecc. così da garantire un campione rappresentativo e, al contempo, non sottoporre le persone a inutili rischi”. I test, infatti, non replicano la reale esperienza di un incidente.

Innanzitutto, i volontari (e gli assistenti di volo) sono già mentalmente preparati all’evento. Non sperimentano alcun improvviso allarme e lo stress che arriva inevitabile in caso d’emergenza. Inoltre, l’aereo nel corso del test è in un hangar, non c’è rischio di conseguenze traumatiche come nel caso di un velivolo gravemente danneggiato né esiste un imminente rischio di incendio, fumo o esplosione.

In realtà i test statici sono esercitazioni stabilite per raggiungere gli obbiettivi prescritti dagli standard, ad esempio per dimostrare che ci sia un numero sufficiente di porte e che siano posizionate correttamente affinché i passeggeri possano evacuare in 90 secondi con le luci abbassate e dalle porte di sicurezza. E’ una delle norme fondamentali, fin dagli albori del jet alla fine degli anni ’50, e quantomeno assicura alla linea di base un’adempienza generale.

Raramente, invece, sono stati eseguiti o indicati i test dinamici che coinvolgono produttori di sedili e di aeroplani. Come requisito fondamentale i sedili devono essere in grado di sostenere una forza fino a 16 volte superiore alla forza di gravità. I due cambiamenti più significativi nel design del sedile: da ingombranti sono diventati degli esili gusci e sono stati aggiunti gli schermi per intrattenere il passeggero nel corso del volo.

E’ impossibile che un test, statico o dinamico, possa emulare in modo preciso un incidente reale. Due incidenti non sono mai uno uguale all’altro. Alla fine, il meglio che può essere ottenuto da un test è assicurarsi che non ci siano problemi ad evacuare il più velocemente possibile.

E la densità di posti a sedere, a questo punto, diventa un problema urgente da risolvere. La sentenza di Washington D.C. ha richiamato la FAA per aver ignorato il modo in cui le compagnie aree fanno viaggiare i passeggeri in spazi sempre più stretti. Il tribunale ha indicato quel che è ormai evidente a chiunque si trovi a bordo di un aereo: “Sempre più passeggeri in posti sempre più angusti e ancor meno spazio tra di loro”.

I Flyerg Rights non ci hanno girato intorno e tradotto la riduzione di spazio in centimetri effettivi. Due misure sono particolarmente critiche nel decidere la facilità (o il contrario) dell’evacuazione: le dimensioni dei sedili e l’entità dello spazio tra le file di seduta, misurate dalla sommità di un sedile all’altro. I Flyers Rights hanno osservato che, dai primi anni del 2000, nella classe economica si è ridotto: da 88,9 cm è arrivato ai 78 odierni, e in un numero crescente di casi ora è ridotto a 71 cm. Nello stesso periodo la larghezza della seduta media è stata ridotta da 46 a 43 cm.

Il giudice ha dichiarato che l’affermazione della FAA secondo cui le dimensioni dei sedili sono “categoricamente irrilevanti ai fini della discesa dei passeggeri in situazione d’emergenza” non ha alcun senso.  Paul Hudson, presidente di Flyers Rights, è preoccupato che lo spazio tra i sedili sia diventato stretto e che i passeggeri non possano assumere la posizione di trazione illustrata nelle istruzioni per l’evacuazione di emergenza, in cui le persone a bordo devono sporgersi in avanti, mani sulla testa per diminuire il rischio di lesioni al capo e alla colonna vertebrale in caso di violento atterraggio.

Nel 2015 i velivoli con un unico corridoio hanno rappresentato circa due terzi delle flotte aeree mondiali. Le compagnie aeree a basso costo seguono questa tendenza poiché gli aerei hanno la dimensione ideale per il loro modello di business, su voli a breve e media distanza, possono salire a bordo tra i 160 e 220 passeggeri. Boeing e Airbus rappresentano i due pilastri: il Boeing 737 e l’Airbus A320. Dato l’alto numero di posti a sedere ci sono diversi motivi per cui, tra questi due aerei, il 737 dovrebbe essere al centro delle preoccupazioni per un’eventuale evacuazione.

Il 737 è stato progettato nel 1964, e attualmente ha il design più vecchio di qualsiasi altro veicolo ancora utilizzato in tutto il mondo. La prima versione era lunga circa 28 metri e trasportava 124 passeggeri. La versione più recente, la 737MAX10, è di circa 44 metri e può ospitare 230 passeggeri. L’importanza della questione non è da sottovalutare: basta confrontare gli incidenti del 737 con quelli del più venduto 777, a fusoliera larga.

Il 777 è stato realizzato nei primi anni Novanta e la fusoliera riflette tutto ciò che i progettisti avevano capito: fare in modo che la cabina dell’aereo rimanesse integra in caso d’incidente, fondamentale per la sopravvivenza dei passeggeri.

Quanto bene avessero appreso è dimostrato in modo plateale nel caso dell’Asiana Airlines Flight 214 in cui un 777 ha sfiorato la catastrofe schiantandosi in fase di atterraggio all’aeroporto internazionale di San Francisco il 6 luglio 2013.

L’incidente fu causato dall’impatto della coda del velivolo contro un frangiflutti che delimita la pista in prossimità della baia di San Francisco. La coda dell’apparecchio si staccò di netto a causa del forte urto e l’aereo uscì di pista incendiandosi.

A bordo c’erano quattro piloti, 12 assistenti di volo e 291 passeggeri, di cui 3 persero la vita, nelle file posteriori 41 e 42, quando si è rotta la parte posteriore della fusoliera. Tre assistenti di volo seduti sul retro sono stati sbalzati fuori, ancora legati con la cintura di sicurezza ai sedili, ma sono sopravvissuti. Incredibilmente, 109 passeggeri sono rimasti illesi mentre 182 ricoverati in ospedale, alcuni con gravi lesioni alla spina dorsale.

Una combinazione di circostanze ha evitato il disastro tra cui i serbatoi con poco carburante, dopo un lungo volo da Seul, che hanno impedito di scatenasse un immediato inferno di fuoco.  L’inchiesta da parte del NTSB ha rilevato che l’interno della cabina fu in grado di proteggere i passeggeri, mentre altre parti dell’aereo rimasero gravemente danneggiate; i progettisti del Boeing avevano trasformato la cabina del 777 in un bozzolo sicuro.