Afghanistan: 125 vittime per una valanga, aiuti ai feriti dall’Italia

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 13:31 OLTRE 6 MESI FA

È salito a 125 il numero delle vittime accertate della tragedia avvenuta fra l’8 e il 9 febbraio in Afghanistan a sud del passo Salang, dove oltre 2.000 persone sono rimaste bloccate a 3.400 metri di quota da sette valanghe abbattutesi sulla statale che collega Kabul alla provincia Baghlan. Lo scrive l’agenzia di stampa afghana Pajhwok: il vice-capo della polizia della provincia di Parwan, generale Abdul Rahman Syedkheli, ha detto all’agenzia che i soccorritori hanno estratto 95 cadaveri da due autobus ed un automobile sommersi dalla neve nell’area di Khaki.

Di fronte alla gravità della situazione il governo italiano, attraverso l’Ufficio per la Cooperazione allo sviluppo dell’ambasciata d’Italia a Kabul, ha disposto l’accelerazione di un previsto piano di consegna di medicinali all’Ospedale Esteqlal di Kabul, dove sono arrivati numerosi feriti tratti in salvo dalle squadre di soccorso.

Dopo aver ricevuto una telefonata dal dottore Ali Eshan, direttore di quell’ospedale, che chiedeva alla Cooperazione un rapido invio di medicinali per far fronte all’emergenza, ha reso noto  in un comunicato l’ambasciata d’Italia, «si decideva di chiedere alla società con cui era stato firmato un contratto del valore di 30.000 dollari di accelerare la fornitura dei farmaci» acquistati. «Venivano altresì messi a disposizione – si dice ancora – ulteriori 5.000 dollari», viste le dimensioni particolarmente gravi dell’incidente, predisposto un appoggio logistico presso l’ospedale ed inviato personale della Cooperazione in servizio nella zona per verificare altre particolari esigenze.

Anche ieri 9 febbraio, intanto, l’ambasciatore d’Italia Claudio Glaentzer ha tenuto una conferenza stampa in cui ha riassunto l’impegno italiano in Afghanistan, sottolineando fra l’altro che dal 2001 l’impegno finanziario complessivo italiano ha raggiunto i 473 milioni di euro. Gli sforzi di cooperazione hanno riguardato infrastrutture, protezione sociale, salute, parità fra i sessi, agricoltura, sviluppo del settore rurale e privato, giustizia e governance per lo più nelle province afghane occidentali (Herat, Farah e Badghis), Kabul, Bamyan e Baghlan.