Afghanistan, gli 007 l’avevano detto: “Minacce elevate per gli italiani”

Pubblicato il 25 Marzo 2012 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  “Resta elevato il livello della minaccia” per i militari italiani in Afghanistan: a lanciare l’allarme, ricorda Daniela Limoncelli sul Mattino, erano stati gli 007 italiani nella loro ultima relazione al Parlamento, meno di un mese fa. Un allarme che si è concretizzato sabato 24 marzo con l’uccisione del sergente Michele Silvestri. 

I servizi segreti italiani avevano chiarito che in tutto l’Afghanistan “resta elevato il livello della minaccia” per i nostri militari: “la cornice di sicurezza si è mantenuta estremamente precaria”, avevano detto gli agenti, e “gli elementi di criticità nel corso del 2011 sembrano destinati a perdurare nel breve-medio termine”.

I Servizi avevano avvisato che anche il processo di transizione “rischia di fallire in assenza di adeguati progressi in tema di governance e di sviluppo socio-economico”.

Neppure nel 2011 il quadro era molto diverso, o migliore. Ricorda Limoncelli che anche la Relazione dei Servizi di quell’anno sottolineava che “a fronte di una seppur lieve diminuzione delle violenze, la cornice di sicurezza si è mantenuta estremamente precaria”.

Sempre nell’ultima Relazione di un mese fa si leggeva che l’Afghanistan “sembra destinato ancora ad essere teatro di offensive da parte dell’insorgenza”, tanto che “questa situazione continua a mettere a rischio di azioni ostili il personale straniero, militare e civile, operante a vario titolo sul territorio, incluso il contingente italiano”.

In particolare il livello di allarme veniva alzato per il distretto del Gulistan, nella provincia di Farah: proprio la zona in cui è stato ucciso Silvestri.

Adesso, scrive Limoncelli, in Parlamento, con l’informativa del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola riprenderà la revisione delle regole per l’eventuale permanenza in Afghanistan.

L’attacco del 24 marzo all’avamposto Ice è, infatti, solo l’ultimo di una lunga serie. Limoncelli ricorda che il 9 ottobre 2010 uno dei veicoli su cui viaggiavano gli italiani saltò in aria e morirono i caporal maggiori Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville e il caporal maggiore Marco Pedone. Alla base Snow il 31 dicembre 2010 fu ucciso da un cecchino l’alpino Matteo Miotto.