Afghanistan, uccisa dai talebani la scrittrice indiana Sushmita Banerjee

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2013 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA
sushmita

Sushmita Banerjee

NEW DELHI – Una scrittrice indiana, che quasi 20 anni fa aveva sfidato i talebani con una rocambolesca fuga descritta in un film di Bollywood, è stata uccisa in Afghanistan da un gruppo di militanti armati che hanno fatto irruzione nella sua casa. Sushmita Banerjee, 49 anni, femminista e medico, è stata trovata con il corpo crivellato da proiettili e i capelli strappati. Era ritornata da poco in Afghanistan con il marito, un uomo d’affari, e si era stabilita a circa 180 chilometri da Kabul dove lavorava come operatrice sanitaria a favore delle donne.

Dopo il matrimonio si era convertita all’Islam e aveva assunto il nome musulmano di Sayed Kamala. Secondo la ricostruzione della polizia, un gruppo di sospetti militanti islamici ha attaccato l’abitazione situata nel capoluogo di Kharana, nella provincia sud orientale di Paktika, e ha immobilizzato il marito Jaanbaz Khan e altri familiari. L’hanno quindi prelevata dalla casa e l’hanno giustiziata con una ventina di colpi. Il corpo è stato trovato vicino a una madrassa (scuola coranica). Per ora non ci sono state rivendicazioni, ma i sospetti ricadono sui talebani.

Per i suoi libri e la sua attività sul campo a favore dell’emancipazione femminile, la scrittrice si era creata molti nemici. In particolare, deve la sua notorietà a un libro di memorie uscito nel 1998 che si intitola ”Kabuliwala Bangali Bou” (”La moglie bengalese di un uomo di Kabul”) e dove compare con il nome di Sushmita Bandyopadhyay. Il volume in lingua bengalese, il primo di una trilogia, racconta della sua fuga dall’Afghanistan nel 1995 dopo che i talebani l’avevano messa sulla ”lista nera” per il suo lavoro negli ospedali.

La storia ha ispirato una pellicola di Bollywood, la famosa industria cinematografica di Mumbai, uscita nel 2003 con il titolo di “Escape From Taliban” (”Fuga dai talebani”), con protagonista Manish Koirala, un’attrice nepalese nota per il suo impegno sociale. Banerjee aveva incontrato il marito a Calcutta e dopo il matrimonio nel 1989 si era trasferita con lui in Afghanistan. ”La vita è stata tranquilla fino al 1993 – aveva raccontato in un’intervista al settimanale indiano Outlook – ma quando sono arrivati i talebani hanno ordinato la chiusura di un dispensario che gestivo in casa e mi hanno accusata di essere una donna di scarsa moralità”.

Nel 1994 la situazione diventò intollerabile a tal punto che decise di fuggire in Pakistan ma i fratelli del marito riuscirono a trovarla a Islamabad e la riportano a casa. Ci riprovò poco dopo scavando un buco nel muro di cinta. Ma giunta nei pressi di Kabul fu arrestata dai talebani e interrogata per una notte intera finché li convinse a lasciarla andare in quanto cittadina indiana. La polizia afghana ha avviato un’inchiesta per risalire agli autori dell’omicidio. Lo scorso anno un fratello del marito, di professione presta soldi, era stato trovato morto a Calcutta in circostanze misteriose in un cinema abbandonato.