Aids. Kinshasa (Congo) anni ’20: il virus Hiv “salta” dagli scimpanzè all’uomo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Ottobre 2014 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA
Aids. Kinshasa (Congo) anni '20: il virus Hiv "salta" dagli scimpanzè all'uomo

Aids. Kinshasa (Congo) anni ’20: il virus Hiv “salta” dagli scimpanzè all’uomo

ROMA – Aids. Kinshasa (Congo) anni ’20: il virus Hiv “salta” dalla scimmia all’uomo. La pandemia del virus Hiv, che finora ha colpito più di 75 milioni di persone nel mondo, ha avuto origine negli anni Venti a Kinshasa (fino al 1966 Leopoldville), l’attuale capitale della Repubblica democratica del Congo: il rapido sviluppo della città africana, trasformata in quel tempo in un crocevia di viaggiatori e commerci, avrebbe scatenato la ‘tempesta perfetta’ alla base della diffusione del virus.

E’ quanto dimostra l’analisi del genoma dell’Hiv condotta da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’università belga di Leuven e da quella di Oxford. I risultati sono pubblicati su Science. Per localizzare la ‘culla’ della pandemia, i ricercatori hanno analizzato alcune sequenze del genoma del virus Hiv-1 appartenente al gruppo M (il più diffuso). Incrociando queste informazioni con dati epidemiologici e geografici, è stato possibile risalire ai primissimi contagi, avvenuti a Kinshasa negli anni Venti.

Quello fu un periodo storico di grande fermento per la colonia belga, che divenne rapidamente un centro di riferimento per il commercio di avorio e di carne, oltre che la meta di moltissimi lavoratori. Con un parallelo inquietante, per quanto riguarda l’origine del virus, con l’attuale epidemia di Ebola: la notizia relativa a una trasmissione dovuta ai cacciatori che maneggiavano la carne della selvaggina delle foreste. Sangue e altri liquidi biologici infetti. Questo mix di fattori determinò una forte promiscuità, con la conseguente fioritura del mercato del sesso: a questa situazione, già di per se esplosiva, si aggiunse infine la pratica di usare aghi non sterili. Una ‘tempesta perfetta’, come la definiscono i ricercatori, da cui sarebbe partito il contagio globale.