“Air Cocaine”: la grande fuga dei due piloti francesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Ottobre 2015 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
"Air Cocaine": la grande fuga dei due piloti francesi

“Air Cocaine”: la grande fuga dei due piloti francesi

ROMA – Sono fuggiti in barca dall’isola di Santo Domingo, aiutati da un commando di amici ex militari e incursori, i due piloti francesi arrestati nel 2013 per traffico di droga e condannati a 20 anni. Pascal Fauret e Bruno Odos, 111 anni in due, potevano circolare a piede libero in attesa del processo d’appello, ma senza documenti, non potevano espatriare.

“Air cocaine”. Sui media transalpini il loro caso era diventato l’affaire “Air cocaine”: due anni fa, in procinto di partire per la Francia, fu bloccato dalla polizia locale un Falcon con un carico di 680 kg di cocaina. I due piloti, dichiaratisi subito estranei, furono arrestati insieme al passeggero Nicolas Pisapia e al procacciatore d’affari Alain Castany (attenzionati in effetti anche dalla polizia francese). Tutti condannati a 20 anni: gli ultimi due adesso però se la vedono brutta perché hanno ragione di temere ritorsioni.

La grande fuga. Santo Domingo-Lione, questo l’itinerario, via mare all’inizio, aereo poi. Sono stati aiutati? Eccome. Da un eurodeputato del Front National, Aymeric Chauprade, da “ex componenti della marina militare ma anche due ex-agenti dei servizi francesi” (dice la tv francese Bfm). L’Eliseo nega qualsiasi coinvolgimento Il piano prevedeva una fuga in alto mare con un veloce natante, troppo pericoloso prelevare i due piloti con un elicottero.

Fauret e Odos hanno chiesto e ottenuto il permesso per una piccola gita su una barchetta: una volta a largo sono stati intercettati da uno yacht che si è diretto a tutta velocità verso le Antille francesi. Da qui, forniti di passaporti falsi sono volati in Martinica. Quindi il volo transoceanico per Parigi, infine l’atteso ricongiungimento tra le braccia dei familiari in prossimità di Lione.

“Mi sono ripreso la mia vita”. Milioni di francesi hanno ascoltato in tv la conferenza stampa di Pascal Fauret:  “Sono tornato per chiudere questo caso e riprendere il corso della mia vita normale. Quando ti trovi di fronte a una giustizia che non fa inchieste, che non ti ascolta, che ti condanna a 20 anni per il solo fatto di essere francese, il mio riflesso è quello di tornare a casa, dove potrò esprimermi davanti alla giustizia”.