Alberto Livoni, l’italiano da giorni in carcere in Etiopia senza nessuna accusa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Novembre 2021 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA
Alberto Livoni, l'italiano da giorni in carcere in Etiopia senza nessuna accusa

Alberto Livoni, l’italiano da giorni in carcere in Etiopia senza nessuna accusa FOTO ANSA

La storia di Alberto Livoni, l’italiano che da giorni si trova in carcere in Etiopia senza nessuna accusa: sta bene e ci sono contatti per ottenerne la scarcerazione. Alberto Livoni, operatore umanitario emiliano. è finito nelle reti della caccia a ogni possibile “quinta colonna” del temuto assedio tigrino di Addis Abeba. Livoni, in carcere da sabato in un commissariato della capitale etiope, viene definito “in buona salute” ed è confortato da visite delle autorità consolari italiane concesse ogni giorno e non solo ogni due come di regola.

La storia di Alberto Livoni in Etiopia

Il 65enne è Coordinatore per l’Etiopia del “Vis” (Volontariato internazionale per lo sviluppo). Una ong che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani. E’ molto attiva nel nord del Tigrè. Ed è la regione da un anno epicentro della guerra civile ingaggiata dal premier, e paradossalmente premio Nobel per la pace 2019, Abiy Ahmed, che si era azzardato a ridimensionare il peso politico dei bellicosi tigrini, per un quarto di secolo al potere in Etiopia nonostante siano minoritari (5%) nel ginepraio della novantina di etnie etiopi.

In carcere senza nessuna accusa

Il fermo di Livoni compiuto da forze di sicurezza nella sua abitazione ad Addis Abeba. Dopo un’irruzione e assieme a lui sono stati fermati due operatori dello staff locale del Vis. Le autorità etiopi vogliono accertare perché il dirigente italiano avrebbe ceduto circa 20 mila dollari a una persona. Anche se non c’è alcuna accusa, gli inquirenti etiopi sospettano che i fondi siano serviti ad aiutare i miliziani del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Fplt). Miliziani lanciati ora alla conquista della capitale, e non solo profughi. Le sorti del conflitto sono passate dalla vittoria-lampo proclamata da Abiy un anno fa agli annunci tigrini della conquista di città. Il governo ha proclamato lo Stato di emergenza. Un provvedimento che sospende le normali regole e con esse quella che limitava a 72 ore i fermi.