Algeria, i jihaddisti giunsero a In Amenas con veicoli ufficiali libici

Pubblicato il 21 Gennaio 2013 - 13:44| Aggiornato il 15 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ALGERI – Dietro la tragica ritorsione di In Amenas  all’intervento militare francese in Mali, la presa degli ostaggi e la carneficina seguita al blitz per liberarli, un particolare decisivo: i terroristi viaggiavano su mezzi militari targati Libia. I jihaddisti che hanno assaltato il sito per l’estrazione di gas di In Amenas sono arrivati nella zona nello stesso giorno dell’attacco a bordo di quattro veicoli con targa libica, tre dei quali uffici pubblici. Lo sostiene il sito Tsa (leggi qui) secondo la cui fonte tre veicoli erano delle Dogane libiche, della Sicurezza e di una amministrazione pubblica. Le conseguenza della guerra in Libia, l’appoggio indiscriminato ai clan ostili al rais Gheddafi, sono queste, la militarizzazione a costo zero della jihad anti occidentale?

Tornando ai fatti. Alla frontiera, ha aggiunto la fonte, i doganieri hanno pensato a un corteo ufficiale. L’indiscrezione spiegherebbe come i terroristi siano potuti arrivare ad In Amenas dalla vicina Libia (il cui confine dista un centinaio di chilometri) nella stessa giornata dell’attacco, ma non come abbiano evitato gli strettissimi controlli che l’esercito ha attivato nella zona per evitare che dalla Libia del post-Gheddafi possano arrivare elementi della jihad. Sempre stando alla stessa fonte, i doganieri algerini, dopo controlli non tanto accurati, hanno fatto passare i quattro fuoristrada ritenendo che si trattasse di una visita ufficiale in Algeria di ufficiali libici.

Tsa, sempre sulla base delle informazioni fornite dalla sua fonte, ha ricostruito il tragitto percorso dal corteo di 4×4 dei terroristi che sarebbero partiti da Ghate, passando quindi per Tikrabane prima di arrivare a Tinmelal (El Areg, secondo la denominazione libica). I terroristi avrebbero quindi attraversato la frontiera a Zerzatine, prima di arrivare a In Amenas.