Antonin Scalia, giudice Corte Suprema Usa: “Chiudere Guantanamo ipocrisia”

Pubblicato il 27 Maggio 2013 - 17:06 OLTRE 6 MESI FA
Antonin Scalia, giudice Corte Suprema Usa: "Chiudere Guantanamo ipocrisia"

Il giudice della Corte Suprema Usa, Antonin Scalia (Foto Lapresse)

TORINO – Chiudere Guantànamo? “Un’ipocrisia” secondo il giudice della Corte Suprema statunitense, Antonin Scalia. Lunedì l’Istituto Bruno Leoni ospiterà il super-magistrato Usa che terrà l’annuale discorso: Scalia parlerà di attivismo giudiziario e magistrati che fanno politica. Il suo sarà sostanzialmente un atto di accusa. Mr Justice, punta di lancia della cultura conservatrice, ha anticipato alcuni dei temi del suo discorso al telefono con Paolo Valentino, per il Corriere della Sera.

Qualche giorno fa Barack Obama ha annunciato la fine delle restrizioni sui trasferimenti all’estero dei detenuti nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo Bay, a Cuba. Il blocco durava dal gennaio 2011 e impediva che alcuni prigionieri giudicati di basso livello e pericolosità limitata, in particolare quelli di nazionalità yemenita, potessero essere consegnati alle autorità yemenite. Il discorso di Obama aveva come obiettivo quello di aprire una nuova fase nella dottrina antiterrorismo americana.

Per il giudice Scalia:

Il tema non è se uno possa essere detenuto laggiù, ma se vi possa rimanere senza un processo civile. I detenuti a Guantánamo sono stati giudicati da commissioni militari, cosa normale in guerra. Nessuno delle centinaia di migliaia di tedeschi catturati nella Seconda guerra mondiale ebbe un processo civile negli Usa, furono giudicati da tribunali militari. Questa nozione che stiamo facendo qualcosa di inaudito è assurda. Quando parlo con i miei amici europei e mi dicono che non possiamo tenerli in prigione per sempre, rispondo: “Bene, ci stiamo pensando. Vorreste prenderne qualcuno in Italia, in Germania, in Francia, visto che siete così ligi ai principi del rispetto dei diritti umani?”. La risposta è sempre no. Trovo questa polemica molto ipocrita

Il battagliero giudice conservatore oggi ha già anticipato alcuni temi in un’intervista a Marco Bardazzi sulla Stampa. E a proposito di Guantanamo, si è espresso senza troppa retorica:

“Non vi piace Guantanamo? Bene, ma cosa dovremmo fare, lasciarli liberi di tornare a uccidere i nostri soldati o altra gente? Saremmo felici di rilasciarli in Italia. Diteci dove li volete, ve li spediamo. È un problema terribile, non c’è spazio per sensi di superiorità. E’ molto difficile trovare una soluzione. Non si possono celebrare processi ordinari per questa gente. Sono stati catturati sul campo di battaglia e nelle nostre aule servono testimoni, non fonti di prova indiziarie. Cosa dobbiamo fare, andare a cercare testimoni in Iraq e Afghanistan? Impensabile”.

Poi la conversazione con Valentino, si sposta sulle armi.

Lei è considerato la maggiore forza intellettuale dietro la cosiddetta lettura «originalist» della Costituzione americana. Può un testo redatto quasi due secoli e mezzo fa essere applicato, senza interpretazione, a una società radicalmente cambiata ed evoluta da allora? 
Ovviamente dev’essere interpretato. Quando ci sono nuovi fenomeni che non esistevano al tempo in cui la Costituzione fu scritta, uno deve calcolare in che modo lo spirito di quel testo si applica a loro. Per esempio, il diritto di espressione: come si applica alla radio, alla tv, ai social media. Ciò che non accade, secondo gli originalist , è che i fenomeni che esistevano al tempo vengano improvvisamente trattati diversamente poiché lo pensano i giudici di oggi. L’esempio migliore è la pena di morte. C’è qualcuno che pensa che la pena di morte sia diventata incostituzionale. Assolutamente incomprensibile per me: il popolo americano non ha votato per renderla incostituzionale. Ogni Stato se crede può abolirla e 17 di questi lo hanno fatto. Ma non c’è alcuna base per dire che la nostra Costituzione proibisca la pena di morte, chi lo dice è un incendiario.

Ma allora l’autodifesa aveva senso, oggi ci sono istituzioni che proteggono il cittadino. 
Bene, allora cambino il secondo emendamento. E sarebbe anche più facile, perché il suo scopo era di consentire ai cittadini di difendersi dalla tirannia del potere. Se la gente non lo ritiene più necessario, allora si cambi la Costituzione, ma non mi dite che qualcosa sia cambiato. Ci sono molte proposte di legge che riguardano quali armi possano essere portate. Per esempio, armi a spalla che possono lanciare missili in grado di abbattere un aereo. Ma il principio generale che i cittadini possano avere armi, incluse armi da guerra, è chiaro nel testo del secondo emendamento. Se si vuole essere onesti e non si vuole che siano i giudici a scrivere la legge, i cittadini americani hanno il diritto di portare armi, come difesa dai tiranni.