Arabia Saudita. Australiano condannato a 500 frustrate per blasfemia

Pubblicato il 7 Dicembre 2011 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

BEIRUT – Cinquecento frustate per essersi reso colpevole di blasfemia: questa, secondo quanto reso noto oggi dal governo di Canberra, e’ la pesantissima pena corporale alla quale e’ stato condannato un cittadino australiano musulmano in Arabia Saudita.

I contorni della vicenda sono ancora oscuri, a partire dall’ origine dell’uomo, Mansor Almaribe, di 45 anni, padre di cinque figli, che secondo il figlio maggiore, Jamal, e’ stato arrestato il 14 novembre scorso mentre si trovava in preghiera sulla tomba di Maometto, nella grande moschea di Medina, durante il pellegrinaggio ai luoghi sacri dell’Islam.

Di certo c’e’ che si tratta di un musulmano sciita, seguace quindi di una corrente dell’Islam diversa da quella sunnita, di cui l’Arabia Saudita e’ il bastione, essendo la casa regnante legata alla setta dei Wahabiti, tra le piu’ tradizionali del Sunnismo.

Anche nell’Iran sciita, tuttavia, retto da un sistema di governo religioso, la fustigazione e’ prevista, e spesso comminata, per una serie di reati che vanno dagli ”atti immorali” (sesso al di fuori del matrimonio), al consumo di bevande alcoliche, alla diffamazione. E proprio con quest’ultima motivazione negli ultimi anni giornalisti e attivisti dell’ opposizione si sono visti infliggere questa pena, anche se spesso sospesa o cancellata nel processo d’appello. Ma mai si era sentito parlare di un numero cosi’ elevato di colpi di frusta, ben difficili da sopportare per chiunque.

La stampa australiana riferisce che secondo la magistratura saudita, che lo ha anche condannato a un anno di reclusione, Almaribe avrebbe insultato ”i compagni del Profeta” Maometto. Ma non si sa su quali fatti o parole pronunciate dall’uomo si basi quest’accusa.

Il governo australiano, secondo il quale la condanna e’ stata emessa ieri, ha annunciato che chiedera’ clemenza per il proprio cittadino. Una portavoce del Dipartimento degli Esteri ha detto che l’ambasciatore australiano è in contatto con le autorità saudite e sta offrendo assistenza consolare alla famiglia del condannato. ”L’ambasciatore seguirà con urgenza le procedure appropriate per chiedere clemenza”, ha aggiunto.

La blasfemia puo’ essere punita in Arabia Saudita – cosi’ come in Iran – anche con la pena di morte. Ma secondo i familiari anche la pena corporale alla quale Almaribe e’ stato condannato, se eseguita, potrebbe portare alla sua morte. L’uomo, che risiede a Shapparton, nello stato meridionale australiano di Victoria, e’ malato di diabete e soffre di problemi cardiaci. ”Penso che mio padre non sopravviverebbe nemmeno a 50 frustate”, ha detto un altro figlio dell’uomo, Mohammed, alla radio Abc.