Arabia Saudita: sempre più donne si ribellano alla polizia “anti-vizio”

Pubblicato il 24 Maggio 2010 - 16:02 OLTRE 6 MESI FA

Sono le donne saudite le più rivoluzionarie. Loro le protagoniste principali dell’insurrezione contro la polizia religiosa. Un esercito di fanatici noto come “haia”, che vuole dire “commissione” nata per promuovere la virtù e prevenire il vizio. Ne fanno parte soprattutto volontari, i “mutawwain” in continua lotta contro promiscuità omosessualità e veli che non comprono abbastanza.

Le donne, principali vittime dei controlli e degli arresti “morali” eseguiti dalla polizia, sempre più spesso reagiscono. Nella città di Mubarraz una coppia di ventenni è stata avvistata al luna park da un mutawwa che ha chiesto loro di mostrare i documenti. Il sospetto che gravava sulla coppietta era quello di non essere sposati nè parenti. Dunque di non potersi mostrare in pubblico. In Arabia Saudita per sfuggire ai severi controlli i “clandestini” si danno alla fuga non appena avvistano una pattuglia antivizio. Ma questa volta è andata diversamente.

Una volta accertato il reato da parte del poliziotto, il ragazzo è svenuto e la giovane donna ha cominciato a prendere a pugni e calci il guardiano mandandolo in ospedale. Secondo il quotidiano Okaz, la saudita rischia anni di carcere e varie frustate per aggressione a pubblico ufficiale.

Nel centro del Paese un altro episodio di insofferenza femminile ha lasciato a bocca aperta l’opinione pubblica. Un mutawwain avvicinatosi in macchina a una coppietta sospetta è stato sfiorato da colpi di pistola sparati in aria dalla donna. Questi solo gli ultimi episodi in ordine di tempo.

“La gente non ne può più di questi fanatici che ora pagano il prezzo per averci umiliato per anni” spiega Wajiha Huwaidar, nota femminista saudita. “Questo è solo l’inizio, ci sarà più resistenza” promette Huwaidar. L’haia è profondamente odiata nel Paese anche a causa dei numerosi delitti compiuti dai volontari poliziotti.  Il più grave nel 2002 causò la morte di 14 ragazze nell’incendio di una scuola alla Mecca. I mutawwain avevano impedito loro di uscire dall’edificio perchè “non coperte adeguatamente”.

Dal 2006, per volere del Re, sono stati limitati i poteri della polizia religiosa e alcuni dei capi più oltranzisti sono stati rimossi. Ma non è bastato a calmare le acque. Certo il problema ha origini profonde e sono tanti i sauditi che si battono in difesa della tradizione. Non sorprende, infatti, l’appello rivolto al Re da 1.600 donne a favore del “divieto di promoscuità tra sessi”.