Argentina, sottomarino ancora disperso: i rumori dal fondale non erano i suoi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Novembre 2017 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA
sottomarino-argentina-ansa

Il sottomarino militare scomparso in Argentina (foto Ansa)

BUENOS AIRES – La speranza di qualche ora si trasforma inesorabilmente in delusione: il rumore rilevato nella zona dell’Oceano Atlantico dove si svolgono le ricerche del sottomarino San Juan disperso ”non corrisponde a quello di un sommergibile”. Lo ha reso noto il portavoce della marina argentina, Enrique Balbi. ”Non corrisponde a quello di un sottomarino, a un modello di quelli che dovrebbero essere i colpi fatti sulla calotta con il sistema Morse. Si tratta, ha precisato Balbi, di un rumore costante, forse biologico”.

Il rumore “costante” è stato rilevato “all’altezza della Penisola di Valdes” a 360 chilometri dalla costa, in una zona, ha proseguito Balbi, con una “profondità media di circa 200 metri”. Nel sottolineare che le condizioni meteo della zona di ricerca miglioreranno nelle prossime ore, il portavoce ha ricordato che “le navi oceanografiche” che si trovano nella zona rimangono comunque impegnate per confermare che il rumore non è di un sottomarino: “verra’ scandagliata l’area attraverso i sonar affinche’ non rimanga alcun dubbio”.

Il sottomarino militare argentino è sparito mercoledì scorso nell’Atlantico del Sud con a bordo 44 persone: nell’ultima comunicazione con la base navale di mar del Plata l’equipaggio del San Juan aveva avvisato di aver problemi alle batterie che alimentano la propulsione e all’unità era stato ordinato di far subito rientro alla base. Un retroscena, rivelato dalla marina argentina, che accredita l’ipotesi del “cortocircuito”. Ma a riaccendere la speranza in un Paese che da giorni segue questa vicenda con il fiato sospeso sono i rumori captati oggi dai sonar di due delle unità navali che partecipano alla ricerca del sottomarino.

La precedente ondata di ottimismo – nello scorso week end si era parlato di sette tentativi di comunicazioni satellitari andate a vuoto, ipotizzando che provenissero dal San Juan – è stata stroncata dalla stessa Marina militare argentina giunta alla conclusione che i segnali captati, probabilmente, provenivano da altre imbarcazioni. Gabriele Galeazzi, portavoce della base di Mar del Plata – punto di destinazione del San Juan – ha riferito che “gli esperti hanno analizzato l’intero spettro dei segnali giunti alla base, individuandone oltre 400 diversi, confermando nel loro rapporto che nessuno veniva dal sottomarino scomparso”.

Finora, le ricerche del sottomarino sono state fortemente ostacolate dalle pessime condizioni climatiche: al largo della costa della Patagonia, infatti, è in corso una violenta tempesta che scatena onde alte fino a 5-6 metri. Ma nessuno si dà per vinto anche se con il passare delle ore e dei giorni la situazione diventa più critica: secondo alcuni esperti citati dalla stampa di Buenos Aires, se il San Juan non è riuscito ad emergere da mercoledì scorso, la sua scorta di ossigeno potrebbe durare solo una settimana. La gravità della situazione è tale che il presidente Mauricio Macri ha interrotto il suo lungo week end – oggi in Argentina è festa nazionale – per incontrare i famigliari dei membri dell’equipaggio del sottomarino disperso nella base di Mar del Plata, dove seguono le novità delle operazioni di ricerca dal comando della Marina.