Fermato Vito Palazzolo, tesoriere di Totò Riina. Trovato con Facebook

Pubblicato il 31 Marzo 2012 - 13:58 OLTRE 6 MESI FA

BANGKOK – La polizia thailandese ha  fermato venerdì sera 30 marzo all’aeroporto di Bangkok Vito Roberto Palazzolo, considerato uno dei boss di Cosa nostra. Palazzolo, da tempo latitante, è stato bloccato grazie ad un’operazione dell’Interpol mentre si preparava a lasciare il Paese ed è tuttora detenuto presso lo scalo. E’ stato rintracciato grazie a Facebook.

Considerato il braccio destro economico-finanziario del capo dei capi di Cosa Nostra Totò Riina, Vito Roberto Palazzolo ha vissuto in Sudafrica fin dalla metà degli anni ottanta, sotto l’identità di Robert von Palace Kolbatschenko. Nel marzo 2009 l’Alta Corte in Italia ha confermato la sentenza di 9 anni di carcere del 2006 di collusione con la mafia.

Trovato grazie a Facebook. Il mafioso Vito Roberto Palazzolo, considerato dagli inquirenti una delle menti finanziarie di Cosa nostra e’ stato rintracciato e quindi fermato dopo intercettazioni telematiche che hanno riguardato i profili Facebook e di altri social network riferibili a lui e e ai suoi familiari. Gli investigatori del reparto operativo dei carabinieri di Palermo, del raggruppamento operativo speciale di Roma e della squadra mobile di Palermo, in sinergia con il servizio per la cooperazione internazionale di polizia di Roma, hanno anche acquisito notizie da fonti confidenziali, che ”hanno fatto scoprire il viaggio di Palazzolo in Thailandia, paese che, a seguito di attivazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, ne ha consentito il fermo”. Palazzolo risiede a Johannesburg e ha assunto la nuova identita’ di Robert Von Palace Kolbatschenko.

In un primo momento si era detto che Palazzolo fosse stato arrestato ma l’avvocato Baldassare Lauria precisa: ”Il mio assistito e’ stato fermato ieri alle 17,30 ora italiana nell’aeroporto di Bangkok al controllo di polizia. Non e’ arrestato ma si trova in stato di ‘fermo amministrativo’ per controlli. Noi ci opponiamo all’ espulsione e al conseguente arresto da parte dell’Interpol perche’ e’ cittadino sudafricano”.

Il legale prosegue: ”L’interpol vuole eseguire un mandato di cattura in seguito alla sentenza della corte di appello palermitana, divenuta irrevocabile nel 2009, per la condanna a 9 anni per mafia. L’alta corte sudrafricana ha gia’ sentenziato che questa condanna e’ ineseguibile e quindi Palazzolo non puo’ essere estradato”. Palazzolo, nato a Terrasini (Pa) il 31 luglio 1947, e’ un business man e si occupa soprattutto di miniere. E’ sposato con una donna belga e ha due figli. Stamattina l’ambasciatore sudafricano ha consegnato alle autorita’ di polizia thailandesi – dice l’avv. Lauria – la sentenza della corte sudafricana: in virtu’ di questo rapporto tra stati sovrano, si dice, ”crediamo che Palazzolo non debba essere espulso e quindi consegnato all’Interpol”.

“Abbiamo comunque presentato gia’opposizione a un’eventuale espulsione”. Palazzolo venne condannato a 3 anni e sei mesi in Svizzera nell’ambito di un filone d’indagine della cosidetta ”pizza connection” per una fattispecie di riciclaggio a meta’ degli anni ’80, poi e’ partito per il Sudrafrica e ”non e’ mai piu’ tornato in Europa” dice il legale. ”Noi contestiamo la sentenza di condanna per mafia – aggiunge – perche’ per lo stesso reato, con gli stessi associati, Palazzolo era stato assolto nel ’92 a Roma. Proprio per questo abbiamo proposto la revisione del processo che e’ stata accolta dalla corte di appello di Caltanissetta. La prossima udienza si terra’ a giugno”.