Attentato Detroit: “Legami” Abdulmutallab – Al Qaeda ammessi da Obama

Pubblicato il 30 Dicembre 2009 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA

Umar Farouk Abdulmutallab

Un fallimento “umano e sistemico” dice Barack Obama, duro nel valutare quanto accaduto a sul volo per Detroit del giorno di Natale dove un nigeriano di 23 anni, Umar Farouk Abdulmutallab, è riuscito ad imbarcarsi con dell’esplosivo nascosto nelle mutande.

Alcuni giorni dopo l’attentato, però, i dubbi sulla matrice sono ancora tutti da dissolvere anche se da Washington arrivano le prime ammissioni sui collegamenti tra l’attentatore e il gruppo terroristico di Osama Bin Laden.  Obama, per ora, si è limitato a dire che Abdulmutallab avrebbe “alcuni legami” con Al Qaeda. Una formula vaga che, inevitabilmente, riflette tutte le perplessità dei servizi segreti Usa.

L’idea che quello del terrorista non fosse solo il gesto di un “cane sciolto” ma parte di un disegno più vasto contro le linee aeree americane, però, inizia a circolare con insistenza e a creare più di qualche mal di pancia tra i responsabili statunitensi della sicurezza.

A cominciare dal segretario alla sicurezza, Janet Napolitano che, due giorni dopo l’attentato si è limitata a dire che “il sistema ha funzionato”, nonostante il nigeriano fosse schedato ed esistesse una segnalazione da parte del padre dell’attentatore. Una segnalazione ricevuta dalla Cia che per la Napolitano però era “troppo vaga” per essere presa seriamente in considerazione. Rimane però incomprensibile il fatto che l’agenzia di intelligence non abbia comunque “girato” l’informazione a chi di dovere.

Anche la Gran Bretagna, che in una prima fase aveva fatto capire che il terrorista figurava in una lista di sospetti adesso fa un parziale passo indietro.  Abdulmutallab era schedato è vero, ma solo per questioni di immigrazione. Il nigeriano quindi era su una lista “domestica” che, di norma, non viene girata a Paesi stranieri.

Ora la Fbi indaga sugli ultimi sei mesi di Abdulmutallab quando, sospettano gli investigatori, le posizioni dell’attentatore si sarebbero radicalizzate. Il cuore delle indagini ruota attorno ad una moschea nella capitale yemenita che il terrorista avrebbe frequentato in quel periodo.

Di certo, per ora, c’è solo un infittirsi di corrispondenza nell’ultimo anno tra il nigeriano Anwar al-Aulaqi un religioso ultraconservatore ed estremista e un altro inquietante scambio di lettere, quello con il maggiore dell’esercito Usa Nidal Malik Hasan, autore, il 5 novembre scorso, della strage di Fort Hood.

Difficile, quindi, capire se e in che modo Abdulmutallab fosse “organico” ad Al Qaeda. A Obama, però, non va giù la leggerezza con cui è stata liquidata la segnalazione del padre dell’attentatore. Il nigeriano doveva figurare tra i sospetti e non avrebbe dovuto essere imbarcato. “Un errore di sistema c’è stato – ha spiegato Obama – e io lo considero totalmente inaccettabile”.