Australia, anagrafe “abolisce” sesso: no dichiarazione, vince Norrie

Pubblicato il 3 Giugno 2013 - 14:07| Aggiornato il 26 Febbraio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Australia, anagrafe "abolisce" sesso: no dichiarazione, vince Norrie

Australia, anagrafe “abolisce” sesso: no dichiarazione, vince Norrie

SYDNEY – L’anagrafe australiana “abolisce” il sesso. Le persone che si registrano all’anagrafe non saranno più obbligate a barrare la casella “maschio” o “femmina”. L’abolizione della dichiarazione di sesso arriva da una sentenza storica emessa dalla Corte d’appello del Nuovo Galles del Sud (Sidney). La Corte ha accolto il ricorso dell’attivista Norrie May Welby, né uomo né donna, ed ha stabilito che è legale non identificare all’anagrafe il proprio sesso al momento della registrazione.

La sentenza del tribunale rovescia un verdetto precedente, secondo cui tutti devono essere registrati all’anagrafe come maschio o come femmina, escludendo la definizione di ‘sesso non precisato’. Il caso è scoppiato dopo la denuncia di un attivista di Sydney: Norrie May Welby, 52 anni, di origine scozzese, che non usa il cognome e si identifica come ‘neutro’.

Norrie è nato maschio, ma nel 1989 ha cambiato sesso e gli era stato rilasciato un attestato che lo dichiarava di sesso femminile. A quel punto però ‘lui’ ”non si sentiva più a suo agio con una identità unicamente femminile”. E così, nel 2010, Norrie era diventata la prima persona a non essere né uomo né donna agli occhi delle autorità, con una formale registrazione dell’Ufficio di stato civile che gli aveva emesso un certificato di nascita con ‘sesso non precisato’.

Quattro mesi dopo tuttavia lo stesso ufficio aveva annullato il certificato, dopo aver ricevuto consulenza legale secondo cui la descrizione era invalida. Norrie non si è arreso e ha fatto ricorso alla Corte amministrativa che lo aveva respinto. Il caso è quindi finito davanti alla Corte d’appello dove tre giudici hanno deciso che ”il termine ‘sesso’ non comporta un significato binario di ‘maschio’ o ‘femmina’. La decisione ha implicazioni sia simboliche che pratiche. A differenza dei passaporti, che permettono al titolare di dichiarare il proprio sesso come ‘X’, i documenti dell’anagrafe sono ‘documenti cardinali’, cioè stabiliscono l’identità della persona davanti alla legge e come tali sono riconosciuti da dipartimenti governativi, tribunali e altre autorità.

Anche se si applica direttamente a persone come Norrie che hanno subito interventi chirurgici per il cambio del sesso, la decisione ha implicazioni anche per i bambini nati con apparati genitali non definiti. La sentenza riconosce che non tutte le persone sono ”maschi o femmine in modo non ambiguo”, ha dichiarato Norrie dopo la decisione della Corte.

Norrie ha detto: ”E’ veramente importante che una specifica identità sessuale non sia forzata su nessuno, che quando un bambino nasce con genitali non definiti non vi sia la necessità di affrettarsi a operazioni chirurgiche solo per poter scrivere su un documento che è maschio o femmina”.

Poi Norrie ha scritto sul suo sito web: ”Ho subito un intervento per avere la vagina, ma non ho mai preso ormoni perché amavo essere androgino. Anni dopo l’operazione è sorto il problema dei documenti: dichiarare di essere uomo era in contraddizione con il fatto di essere castrato e con le mie movenze femminili. Dire di essere donna rischiava di farmi arrestare per falso. La soluzione più semplice era quella di non avere alcuna identificazione sessuale sui documenti”.