Autorità libiche sequestrano altri 2 motopesca siciliani

Pubblicato il 26 Novembre 2011 - 21:30 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO, 26 NOV – E’ durata meno di una settimana la ”tregua” in quella che ormai e’ stata soprannominata la ”guerra del pesce” tra la Libia e l’Italia. Le autorita’ di Tripoli hanno infatti sequestrato nel pomeriggio altri due motopesca che erano impegnati in battute nel Golfo della Sirte. Si tratta dell’ ”Astra”, della flotta di Siracusa, con sette uomini d’equipaggio, e dell’ ”Asia”, iscritto al compartimento marittimo di Mazara del Vallo ma di proprieta’ di un armatore catanese, con cinque marittimi a bordo.

Le due imbarcazioni sono state intercettate a circa 40 miglia da Misurata e costrette a seguire le unita’ militari nel porto della cittadina libica dove, fino a qualche mese fa, divampava ancora la guerra tra le truppe ‘lealiste’ e i ribelli. Secondo il comando generale delle Capitanerie di Porto, che ha seguito via radio le fasi dell’abbordaggio, tutto si sarebbe svolto senza incidenti, anche perche’ gli equipaggi non avrebbero opposto resistenza.

L’ultimo sequestro di un motopesca italiano da parte delle autorita’ libiche – il primo dopo la caduta del regime di Gheddafi – risale ad appena dieci giorni fa. Una motovedetta aveva fermato a 35 miglia dalle coste nordafricane il ”Twenty Two” della flotta di Mazara del Vallo, con dieci uomini di equipaggio. L’imbarcazione era stata successivamente dirottata nel porto di Tripoli. La vicenda si era conclusa positivamente domenica scorsa, grazie anche all’opera di mediazione svolta dalla Farnesina e dall’ambasciata italiana a Tripoli, con il rilascio del peschereccio.

”Siamo stati trattati bene, come in un Paese civile e democratico”, aveva commentato il comandante del motopesca, Salvatore Cancemi. Il capitano aveva sottolineato di essere stato fermato in acque internazionali. ”Ho detto ai militari libici che eravamo a 35 miglia dalla costa, ma loro hanno ribattuto che il governo transitorio continua ad applicare le vecchie leggi emanate da Gheddafi che ha esteso unilateralmente il limite delle acque territoriali fino a 72 miglia”.

L’armatore del ”Twenty Two” non aveva dovuto pagare alcune ammenda per il rilascio, ma il comandante Cancemi era stato costretto a firmare un documento con il quale si impegnava a non effettuare piu’ battute di pesca nella zona che le autorita’ libiche continuano a ritenere di propria esclusiva pertinenza. Anche questa seconda operazione di sequestro, nel giro di pochi giorni, viene letta come un monito a non violare i ”confini” delle proprie acque territoriali lanciato dal nuovo governo di Tripoli ai pescatori siciliani. Una questione che potra’ essere risolta solo a livello diplomatico, promuovendo nuove forme di cooperazione che gia’ sono state discusse alcuni giorni fa in occasione della visita di una delegazione libica al distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo.

La Farnesina ha confermato in serata che ”un motopeschereccio di Siracusa è stato preso in consegna dalle Autorità libiche”, e che, attraverso l’Ambasciata in Libia, ”sta seguendo con la massima attenzione anche il caso di un ulteriore motopesca italiano”. Inoltre, ha fatto sapere di avere ”immediatamente preso contatto ad adeguato livello con i competenti interlocutori libici al fine di promuovere la positiva soluzione della vicenda”. ”L’Ambasciata – scrive in una nota la Fernesina – sta altresì prestando la necessaria assistenza all’equipaggio del peschereccio, con il quale si mantiene in costante contatto”.