Baltimora, polizia immobilizza afroamericano disarmato: è morto

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Settembre 2016 - 21:48 OLTRE 6 MESI FA
Baltimora, polizia immobilizza afroamericano a terra: è morto

Baltimora, polizia immobilizza afroamericano a terra: è morto

BALTIMORA – Un altro afroamericano è morto per mano della polizia a Baltimora, nel Maryland. E’ il terzo caso in pochi giorni negli Stati Uniti, dopo quelli di Charlotte e di Tulsa. L’ultima vittima si chiamava Tawon Boyd, aveva 21 anni ed era disarmato. Cinque agenti, giunti nel suo appartamento dopo una segnalazione, lo hanno affrontato e immobilizzato a terra. Non è chiaro cosa sia successo: fatto sta che dopo alcuni giorni di agonia il ragazzo è morto. I familiari accusano: c’è stato un uso eccessivo e ingiustificato della violenza.

La morte del giovane non fa che inasprire le tensioni razziali senza precedenti, scoppiate negli ultimi giorni. La città Charlotte rischia di diventare una polveriera. E di innescare un’ondata di proteste in tutta l’America a poche settimane dal voto per la Casa Bianca. Dopo la seconda notte consecutiva di scontri e devastazioni il governatore della North Cartolina ha dichiarato lo stato di emergenza in città, dando il via libera all’intervento della Guardia Nazionale. Anche perché stavolta ci sono stati degli spari che hanno ferito gravemente un manifestante, in circostanze ancora tutte da chiarire.

Nelle prossime ore non si esclude il coprifuoco. La comunità afroamericana non ci sta ad accettare la versione ufficiale dell’uccisione di Keith Scott – un nero di 43 anni – da parte di un agente. Il rifiuto da parte della polizia di rendere pubblico il video non fa che esacerbare gli animi. Anche perché, come ha ammesso il capo della polizia, dalle immagini non si capisce se Scott punti davvero una pistola verso i poliziotti, come finora raccontato nella versione ufficiale.

Tulsa, Charlotte e Baltimora: troppi episodi in troppo poco tempo per gli attivisti del movimento Black Lives Matters, che sta lanciando una nuova campagna a livello nazionale. Intanto le proteste si moltiplicano in tutti gli Stati Uniti. Come a New York, dove in solidarietà con i manifestanti di Charlotte in centinaia hanno avuto il coraggio di scendere in strada in una Manhattan blindata per l’Assemblea Onu, bloccando la circolazione sulla Broadway e sulla Fifth Avenue.

Le immagini della seconda notte di violenze a Charlotte mostrano come la manifestazione, iniziata pacificamente, sia poi nuovamente degenerata: atti di vandalismo, danni alle automobili, decine di vetrine infrante e saccheggio dei negozi, tra cui quello delle star locali del basket. Scene di vera e propria guerriglia urbana, con i poliziotti in assetto antisommossa che lanciano gas lacrimogeni e granate stordenti nel tentativo di disperdere la folla e molti dimostranti che rispondono col lancio di pietre e bottiglie.

Alla fine i danni non si contano. Il peggio si è temuto quando uno o più colpi di arma da fuoco hanno raggiunto un uomo. Le autorità – che in un primo momento avevano parlato di decesso del manifestante ferito, salvo poi rettificare – si sono affrettate a dire che gli agenti non avevano esploso alcun colpo. Ma sull’episodio – ha ammesso poi il capo della polizia – si sta ancora indagando e l’uomo resta in gravi condizioni.