Beirut, oltre 100 morti. Saltate in aria 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Come una piccola bomba atomica
Pubblicato il 5 Agosto 2020 - 08:22 OLTRE 6 MESI FA
Beirut, saltate in aria 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Come una piccola bomba atomica. I morti sono oltre 100.
Il giorno dopo le esplosioni di Beirut oltre a contare morti, feriti e danni, si cerca di capire come sia potuto succedere. Quello che si sa finora è che a provocare le esplosioni che hanno devastato la città è stato un incendio in un deposito nel porto di Beirut dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave.
Quello che però sorprende è come mai 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio fossero tenute immagazzinate in condizioni non sicure e vicini a case e altri edifici. Sembra che a causare l’esplosione sia stato il troppo calore emesso da una macchina saldatrice. Calore vicino alle tonnellate di nitrato sequestrato.
Come una piccola bomba atomica. L’onda d’urto emessa è stata talmente potente che anche a decine di chilometri di distanza sono saltati i vetri dei palazzi.
“Chi può lasci subito la città”.
Il ministro della salute libanese Hamad Hasan consiglia a chiunque possa di andare via da Beirut. Materiali pericolosi sprigionatisi nell’aria dopo le deflagrazioni potrebbero infatti avere effetti a lungo termine mortali.
Dirigenti militari Usa pensano che l’esplosione a Beirut sia stata un attacco, una bomba di qualche tipo, ha detto il presidente americano Donald Trump. “Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo”, ha spiegato Trump aggiungendo che gli Usa aiuteranno il Libano.
Beirut, i danni causati dalle esplosioni.
In interi quartieri del centro praticamente nessun edificio è rimasto con i vetri intatti. Fonti riferiscono che nella zona di Mar Mikhael nell’alto edificio di Electricité du Liban, l’ente elettrico nazionale, sono rimasti intrappolati molti dipendenti e che si è lavorato a lungo per trarli in salvo.
Sull’autostrada costiera che va verso nord e che passa vicino al porto, per un lungo tratto si vedono auto semidistrutte, mentre la carreggiata è coperta di detriti. Anche all’aeroporto internazionale Rafic Hariri, distante alcuni chilometri, i danni all’aerostazione sono evidenti.
Nel porto di Beirut sono ancorate anche alcune unità navali dell’Unifil, la forza di interposizione dell’Onu al confine tra Libano e Israele. (Fonte Ansa).