Blitz in Nigeria, è giallo sul riscatto. L'agenzia Nouakchott: "Pagato anticipo"

Pubblicato il 11 Marzo 2012 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Prima del blitz costato la vita a Franco Lamolinara e Chris McManus i sequestratori islamici avevano gia' incassato una parte del riscatto. Il retroscena, confermato da un lancio dell'agenzia mauritana Agence Nouakchott D'Information, rimbalza oggi sui giornali inglesi e apre un giallo: ai negoziati, scrive oggi l'Observer, avrebbero partecipato negoziatori sia italiani che britannici.

Tocchera' al capo del Foreign Office William Hague dire la sua sull'argomento quando, forse gia' in settimana prima della partenza per Washington, riferira' ai Comuni. Anche perche' sulle versioni emerse sui media britannici e italiani, si e' inserito oggi un nuovo lancio della Ani che cita un portavoce di Boko Haram e che conferma il pagamento di ''un piccolo anticipo''.

I rapitori – secondo il portavoce – erano riusciti ad aprire un canale con la famiglia di McManus con cui erano state aperte trattative basate sul pagamento di un riscatto di 5 milioni di euro e sulla liberazione di alcuni detenuti nella regione''. La famiglia di Lamolinara sarebbe entrata in gioco e accettata nel negoziato senza richieste supplementari.

''Alla fine era stato trovato un accordo – ha aggiunto il portavoce – in base al quale le famiglie dovevano pagare un riscatto di 1,2 milioni di euro (senza l'intervento dei governi)'', una riduzione che l'Observer attribuisce alla linea britannica, ''piu' intransigente'' di quella italiana. Poi pero', sempre secondo il domenicale del Guardian, qualcosa era andato storto: agenti britannici e nigeriani avevano seguito i rapitori, scoperto il covo, e organizzato il blitz.

Il governo di Sua Maesta' ufficialmente non paga riscatti ma non mette i bastoni tra le ruote se famiglie o aziende decidono di pagare, specialmente se questo puo' salvare la vita di ostaggi.

''Non e' inusuale'' che rapitori contattino le famiglie direttamente, ha detto una fonte del Foreign Office, negando tuttavia che sia mai stata fatta nel caso specifico alcuna richiesta di denaro o sia mai stato pagato un anticipo: ''Non c'e' mai stata una richiesta coerente e nessuna indicazione che gli ostaggi sarebbero stati liberati'', ha detto la fonte, definendo ''non accurata'' l'idea che ''ci fosse un accordo in dirittura d'arrivo''.

E' questa invece la tesi di Boko Haram, ma anche di amici della famiglia Lamolinara citata dall'Independent che si aspettavano di vedere l'ingegnere italiano a casa per Pasqua. Gli ostaggi – ha detto il portavoce del gruppo islamista – avrebbero dovuto essere consegnati a intermediari: un certo 'signor Begin' e l'oppositore mauritano Mustapha Ould Imam Chafi, influente personaggio dell'Africa occidentale gia' coinvolto in negoziati per la liberazione di ostaggi sequestrati da al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi). Tra questi, il diplomatico canadese Robert Fowler rapito in Niger nel 2008 e l'anno scorso, secondo il Mail on Sunday, l'italiano Sergio Cicala e la moglie.