Boko Haram, il fondatore girava in Mercedes e credeva nella Terra piatta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2014 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA
Boko Haram, il fondatore girava in Mercedes e credeva nella Terra piatta

Le studentesse rapite

ROMA – Studentesse rapite in Nigeria nel dormitorio della scuola e convertite a forza all’Islam: l’unica cosa positiva del video diffuso lunedì 12 maggio dagli integralisti di Boko Haram è che almeno ha permesso a tutti, e soprattutto alle loro madri, di vedere le ragazze. Ragazze tra i 12 e i 15 sequestrate da un gruppo terrorista fondato da un uomo,  Mohammed Yusuf, che guidava in Mercedes e negava che la Terra fosse rotonda.

Adriano Sofri su Repubblica ricorda uno degli aspetti più evidenti e sorprendenti di questo sequestro di massa:

“Il mondo è ubriaco di petrolio, acqua, traffici di droga e armi, minerali rari, giochi della finanza. Che si combatta una guerra planetaria la cui vera posta è il controllo e la riconquista delle donne può sembrare una boutade, o un’iperbole. I signori di Boko Haram si sono premurati di renderlo evidente, come in un Manifesto”.

Secondo i parametri di Boko Haram la conversione forzata delle circa duecento ragazze rapite è la loro “liberazione”. Una liberazione che prevede velo e Sharia, opposta a quella che le ragazze si stavano assicurando studiando. Del resto il nome stesso del gruppo fondamentalista, Boko Haram, ha un significato chiarissimo: “L’educazione occidentale è peccato”. 

Secondo alcuni etimologisti la parola Boko storpierebbe l’inglese book, libro (l’inglese è lingua ufficiale in Nigeria), trasformando così il nome in “Coloro che vietano il libro”.

Il fondatore Yusuf era arrivano in Nigeria con il colonialismo e ci era rimasto con le multinazionali del petrolio, con il cristianesimo nelle scuole che insegnava di non lapidare l’adultera. Da allora Boko Haram ha fatto più di 12mila vittime.

Sofri ricorda:

Il governo corrotto e inetto di Abuja ha trattato per anni le stragi di Boko Haram come affare di musulmani che si ammazzavano fra loro: un po’ come facevano i nostri governi con le guerre di mafia. Quando, ogni tanto, decidevano di esibire la propria repressione, emulavano la ferocia dei terroristi. Anche questa volta, ad Abuja per un po’ hanno fatto finta di niente, e anzi denunciato l’allarme sulle ragazze come un diversivo al loro balletto elettorale, come ha scritto Wole Soyinka, che avete letto qui ieri. Poi hanno chiesto aiuto agli occidenti, quello che trepida e prega per le ragazze violate, e quello che prega, Cina compresa, per il colossale serbatoio di petrolio e gas che la Nigeria possiede, ma molto lontano dal nordest. Per i Taliban di Boko Haram le bambine non devono andare a scuola, come per i loro colleghi afgani. Devono tornare a chiudersi dentro una galera domestica, o dentro la galera portatile del burka o del velo imposto. Comunque lo si traduca, l’occidente che Boko Haram vieta, maledice e condanna ha la sua essenza nella libertà civile e sessuale della donna, cui tutte le altre libertà sono debitrici: anche la Conchita Wurst che scandalizza i governanti russi”.