Brasile: sfratti ed espropriazioni per i Mondiali di calcio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Giugno 2014 - 04:18 OLTRE 6 MESI FA
Brasile: sfratti ed espropriazioni per i Mondiali di calcio

Murales di protesta contro i Mondiali in Brasile (Foto LaPresse)

RECIFE (BRASILE) – Sfratti ed espropriazioni: questo è uno degli aspetti controversi legati all’organizzazione dei Mondiali in Brasile. Per costruire le strutture necessarie alla manifestazione sportiva il governo ha costretto molte persone ad abbandonare le loro case, offrendo indennizzi che spesso non corrispondono neanche alla metà del valore degli immobili.

“Hanno buttato giù quello che era nostro senza chiedercelo”, spiega Jerome Sebastiao de Oliveira alla BBC Mundo. Lui è uno di quelli colpiti dalle espropriazioni in vista della Coppa del Mondo nella città di Camaragibe, area metropolitana di Recife, stato di Pernambuco, nel nord-est del Paese.

“Ho preso le pietre dal fiume con un solo braccio per costruire la mia casa, ma tutta la fatica e i soldi che ho investito sono andati persi”, denuncia Sebastao, che è anche privo del suo braccio sinistro.”Quello che mi hanno dato non è nemmeno la metà del valore della casa e non abbastanza per acquistare un altro immobile”.

Secondo il procuratore generale dello stato di Pernambuco, Thiago Alencar Arraes Norrões, l’indennizzo versato alle famiglie espropriate variava da 3.000 a 300.000 reais ( 1350 – 135.400 dollari) , a seconda della valutazione del terreno e la regolarizzazione della proprietà . “C’è un rapporto completo sulle espropriazioni. C’era un budget totale di 100 milioni di dollari per le espropriazioni e abbiamo finito per spendere 90 milioni. Abbiamo una Coppa e siamo stati costretti ad emanare provvedimenti necessari nelle città ospitanti. Ma non esiste una politica che risolva questi problemi. Prima di far sloggiare le persone, bisogna pensare a come collocarle”.

Un ulteriore dispiacere per chi è stato costretto a lasciare la propria casa arriva quando si scopre che molti dei lavori non sono ancora stati portati a termine.”Lì dove c’era la mia casa c’è solo fango”, commenta Jerome. Proprio in queste ultime settime si è inasprita la protesta contro lo spreco di denaro pubblico destinato alla manifestazione sportiva. Ben 50 sono state le città in cui si è manifestato contro il Mondiale lo scorso 15 maggio.