Caccia al latitante Marcello Dell’Utri, da Beirut a Santo Domingo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Aprile 2014 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA
Marcello Dell'Utri

Marcello Dell’Utri

ROMA – Marcello Dell’Utri era a Beirut, Libano, almeno fino ai primi di aprile. Ora potrebbe già essere a Santo Domingo, dove già in passato aveva trasferito il suo denaro, o forse in Guinea, perché da un’intercettazione il fratello Alberto faceva riferimento alla facilità con cui questo Paese concede i passaporti diplomatici. Intanto la procura di Palermo che ha già contattato il ministero della Giustizia per attivare l’Interpol. L’ex senatore Pdl è in attesa, martedì prossimo, della sentenza definitiva dopo la condanna in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

«Marcello Dell’Utri è formalmente latitante», dice il decreto della Corte d’appello emesso qualche giorno fa. «Dagli ultimi elementi in nostro possesso – afferma il pg di Palermo Luigi Patronaggio che ha sostenuto l’accusa contro Dell’Utri in secondo grado – in seguito ad una intercettazione dei primi di aprile, è stato localizzato in Libano».

Non è chiaro se, ad oggi, Dell’Utri sia ancora in Libano, la procura sa però che l’ex senatore ha due passaporti diplomatici e sarebbe pronto a fuggire in Guinea oppure nella Repubblica Dominicana. Non si esclude nemmeno che possa già essere in una di queste destinazioni.

Un passeggero sostiene di aver viaggiato accanto a Dell’Utri su un volo Parigi-Beirut il 24 marzo scorso. L’uomo – che ha chiesto di restare anonimo – ha riferito all’Ansa che l’ex senatore ha viaggiato “in business” ed ha assicurato di averlo visto ritirare il bagaglio una volta atterrato e uscire dall’aeroporto.

Per la Direzione Investigativa Antimafia Dell’Utri non è più in Italia almeno dalla metà di marzo:

“La Direzione Investigativa Antimafia – si legge in una nota – sta svolgendo tutti gli approfondimenti investigativi necessari alla localizzazione del Dell’Utri, in ambito nazionale ed internazionale, in considerazione, altresì, del fatto che la già avviata attività di indagine poteva far ritenere l’irreperibilità dell’ex senatore, in Italia, sin dalla seconda metà dello scorso mese di marzo”.