Calcagno: “Hanno scelto a caso chi doveva vivere e chi no”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Marzo 2016 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA
Calcagno: "Hanno scelto a caso chi doveva vivere e chi no"

Calcagno: “Hanno scelto a caso chi doveva vivere e chi no”

ROMA – Filippo Calcagno: “Hanno scelto a caso chi doveva vivere e chi no”. ”Loro sono entrati dicendoci che era tutto finito. Nei giorni precedenti ci avevano dato una tuta da mettere quando andavamo via. Ci hanno fatto vestire dicendo che tutto era finito e poi hanno preso Salvatore e Fausto e a noi ci hanno lasciati là dentro. Ci siamo chiesti come mai e la spiegazione che ci siamo dati era che forse non avevano posto. Mi è sembrata una scelta casuale”. Questo è il racconto di Filippo Calcagno ai giornalisti ricordando quando i carcerieri in Libia hanno separato lui e Pollicardo da Piano e Failla. Questi ultimi due uccisi.

“Siamo stati picchiati e minacciati, a volte ci hanno lasciato per giorni senza cibo, alla fine siamo riusciti a liberarci da soli”, è un passaggio del drammatico racconto dei due ex ostaggi tenuti prigionieri in Libia per mesi e finalmente arrivati a Roma, nella giornata di domenica, all’aeroporto militare di Ciampino. I due sono stati ascoltati dai pm e hanno riferito di aver appreso solo al rientro in Italia della morte dei due compagni di prigionia. Inoltre hanno rivelato di aver cambiato due diverse prigioni in questi mesi, entrambe nella zona di Sabrata. I sequestratori non sarebbero dell’Isis e nel gruppo c’era anche una donna.

”Gliel’ho detto a mio figlio. Glielo devo. Gli ho rovinato il viaggio di nozze’‘, ha poi detto sorridendo, Filippo Calcagno ad un cronista che gli ha fatto notare come debba pagare un altro viaggio di nozze al figlio, che nel luglio scorso dovette interrompere il suo in Usa e fece ritorno a casa dopo aver saputo del rapimento del padre.

Calcagno quindi ha spiegato: “Se avessimo avuto la fortuna di uscirne vivi, ci sarebbe passare la voglia di girare il mondo. Anche a Salvatore, che ho conosciuto bene in questi otto mesi. Prima non ci conoscevamo, eravamo stati insieme solamente due mesi in un altro cantiere nel deserto. Con Gino siamo entrati quasi insieme nella società, con Fausto ci conoscevamo”.