Campi di concentramento nazisti, gli esperimenti dei medici: trapianti senza anestesia, test su medicine, torture

di Caterina Galloni
Pubblicato il 12 Settembre 2020 - 20:29 OLTRE 6 MESI FA
Auschwitz, foto Ansa

Campi di concentramento nazisti, gli esperimenti dei medici: trapianti senza anestesia, test su medicine, torture (foto Ansa del campo di Auschwitz)

Nei campi di concentramento nazisti, gli esperimenti dei medici del Terzo Reich erano autentiche torture.

Campi di concentramento nazisti, gli esperimenti erano autentiche torture ed erano riservati non solo agli ebrei ma anche ai rom, polacchi, russi, tedeschi con varie disabilità.

Esperimenti di diverso tipo, spiega Andrei Talapaga sul sito medium.com.

Alcuni venivano fatti nell’intento di rafforzare l’idea che la razza ariana fosse superiore mentre altri venivano praticati per fornire informazioni ai militari sulla resistenza del corpo umano in varie condizioni.

 
Altri prigionieri venivano invece usati come cavie per sperimentare vari farmaci.

Alcuni esperimenti non avevano uno scopo preciso ma venivano eseguiti solo per pura curiosità malata.

 
Ad esempio, trovare una cura per l’omosessualità oppure iniettare sostanze negli occhi per cambiare colore dell’iride.

C’è l’idea, sbagliata, che tutte questi abominevoli esperimenti siano stati effettuati solo nel campo di Auschwitz sotto il comando di Josef Mengele.

Niente di più falso, osserva Talapaga.

 
In tutti i campi di concentramento sono stati condotti vari esperimenti su prigionieri che venivano scelti seguendo vari criteri e costretti dai medici a subire le torture.

I prigionieri non erano informati sul tipo di esperimento e i risultati spesso portavano alla morte, alla deturpazione o amputazione.

Dopo la guerra, a Norimberga i crimini compiuti dai medici nazisti furono processati separatamente e passarono alla storia come il processo ai medici.

Josef Mengele non è mai comparso in Tribunale ma alla fine del conflitto mondiale, secondo molti storici, è riuscito a fuggire in Argentina.

Talapaga descrive i vari tipi di atroci esperimenti.

Esperimenti nazisti sui gemelli

Erano i preferiti di Mengele, attraverso i quali cercava di dimostrare le somiglianze e le differenze tra i gemelli ma al contempo come il corpo umano può essere manipolato oltre i limiti della norma.

Tra il 1943 e il 1944 il “dottor Morte” eseguì circa 1.500 esperimenti medici su gemelli, di cui solo 200 sopravvissero.

L’esperimento in assoluto più abominevole fu il tentativo di creare chirurgicamente i gemelli siamesi che avrebbero dovuto condividere vari organi.  

Trapianto di ossa, muscoli o nervi

Questi esperimenti si sono svolti principalmente nel campo femminile di Ravensbrück.

Tra il 1942 e il 1943, furono eseguiti diversi esperimenti, spesso prelevando dai detenuti, senza anestesia, ossa, muscoli o nervi.

L’obbiettivo era osservare la rigenerazione di vari tessuti o di trapiantarli da una persona a un’altra.

Molte di quelle che hanno subito gli esperimenti sono morte tra atroci dolori a causa di infezioni o amputazioni.

Le informazioni ottenute dagli esperimenti furono poi utilizzate sul fronte dall’esercito. Sebbene disumano il modo in cui furono ottenuti, numerosi risultati sono stati successivamente rilevati e analizzati dagli alleati.

Test sugli effetti dell’ipotermia

Anche per esigenze mediche militari, soprattutto nelle difficili condizioni del fronte orientale, la Luftwaffe aveva commissionato una serie di esperimenti per testare la capacità del corpo umano di resistere al freddo.

La maggior parte delle cavie erano prigionieri russi. Erano considerati geneticamente più resistenti dei tedeschi, per cui furono ripetutamente usati per questi esperimenti.

Furono eseguiti circa 400 esperimenti in cui i detenuti venivano immersi nell’acqua gelida o esposti nudi nella tormenta.

Circa 300 persone furono ripetutamente sottoposte a questo tipo di esperimenti.

Per alcuni si trattava di una condanna a morte fin dall’inizio poiché i medici volevano scoprire la temperatura esatta in cui si verifica la morte di una persona se esposta al freddo.

Furono sperimentati vari metodi per rianimare chi stava morendo di ipotermia.

Uno degli esperimenti prevedeva persino di gettare i moribondi nell’acqua calda.

I principali campi di concentramento in cui sono stati eseguiti questi esperimenti erano a Dachau e Auschwitz.

Sigmund Rascher, medico SS, eseguì la ricerca e pubblicò alcuni studi su questi raccapriccianti esperimenti.

Test per la malaria

Nel campo di Dachau vennero fatti esperimenti per trovare un vaccino contro la malaria. Le vittime venivano infettate con zanzare portatrici della malattia, quindi veniva somministrato loro ogni tipo di farmaco che secondo i medici SS pensavano potesse funzionare.

Questi esperimenti sono stati eseguiti su 1.000 persone e più della metà sono morte.

Esperimenti sull’immunizzazione

In Germania, in diversi campi di concentramento come Sachsenhausen, Dachau, Natzweiler, Buchenwald e Neuengamme, venivano testati vari farmaci.

I pazienti infettati da diversi tipi di malattie erano testati per trovare sieri e vaccini di immunizzazione per malattie come la tubercolosi, la malaria, la febbre tifoide, la febbre gialla, il tifo e le infezioni del fegato.

Esperimenti con l’iprite  (gas mostrarda)

Durante la guerra nei campi di Sachsenhausen e Natzweiler sono stati condotti diversi esperimenti con questo tipo di gas.

I prigionieri venivano esposti ai vapori del gas mostarda che provoca terribili ustioni e i medici del Terzo Reich poi studiavano eventuali cure.

Esperimenti con il sulfonamide

Nel periodo 1942-1943 a Ravensbrück, fu testata l’efficacia del sulfonamide contro vari streptococchi e batteri.

I detenuti venivano feriti e poi infettati da streptococchi che provocavano cancrena e tetano.

L’infezione era aggravata dall’introduzione di una scheggia di legno o di vetro sminuzzato nella ferita, simulando così le condizioni sul campo di battaglia.

Esperimenti con l’acqua di mare

Nelle mani degli aguzzini di Dachau l’acqua di mare si trasformò in una vera arma di tortura

Nel 1944 tentarono di scoprire vari metodi per trasformare l’acqua di mare in  potabile.

Inizialmente furono selezionati i prigionieri rom, privati di cibo e acqua potevano bere solo acqua di mare.  

Soffrivano di terribile disidratazione al punto che, secondo alcuni testimoni, leccavano il pavimento appena lavato.

A condurre gli esperimenti fu Hans Eppinger.

Esperimenti di sterilizzazione

In Germania, nel 1933 furono approvate una serie di leggi sull’eugenetica che legalizzavano la sterilizzazione delle persone con disabilità considerate ereditarie.

Schizofrenia, alcolismo, pazzia, cecità, sordità, mutismo, ritardi mentali, disabilità fisiche di ogni genere.

All’inizio della guerra, furono sterilizzate circa 300.000 persone.

Dopo il 1941, in diversi campi di concentramento, tra cui Auschwitz e Ravensbrück, il medico SS Carl Clauberg condusse questi esperimenti nel tentativo di scoprire un metodo di sterilizzazione il più economico possibile e che richiedesse uno sforzo minimo.

Vennero eseguiti esperimenti con i raggi X, vari metodi chirurgici e anche con diversi farmaci e sostanze.

Furono sterilizzate migliaia di vittime, ma al di là dei prigionieri, c’era un programma governativo attraverso il quale circa 400.000 individui furono sterilizzati con la forza.

Negli esperimenti ai prigionieri furono somministrate iniezioni per via endovena di iodio o nitrato d’argento, ma invece delle reazioni previste, le vittime avevano sofferto di forti dolori addominali, sanguinamento vaginale e persino cancro cervicale.

Successivamente, il “trattamento” con radiazioni divenne il principale metodo di sterilizzazione.

Esperimenti sul veleno

Per circa un anno, tra il 1943 e il 1944, nel campo di Buchenwald, sui prigionieri sono stati condotti esperimenti con diversi veleni per osservare come reagisce il corpo umano a queste sostanze.

Venivano messe nel cibo. Alcuni sono morti tra atroci sofferenze, altri uccisi dalle guardie per essere sottoposti all’autopsia.

Esperimenti con bombe incendiarie

Sempre a Buchenwald, nello stesso periodo, sono stati effettuati dei test per verificare l’efficacia di alcuni farmaci contro le ferite provocate dalle bombe incendiarie al fosforo.

I detenuti sono stati esposti al fosforo estratto dalle bombe e poi venivano utilizzati vari farmaci per curare le ustioni. Molti, invece, sono morti.

Scrive Tapalaga: “Non dobbiamo permettere che si dimentichino le atrocità causate dai nazisti. L’olocausto non consiste solo nel genocidio ebraico, ma anche nella loro tortura, comprese quelle a persone di molte altre nazionalità” (fonte: Medium.com).