Canada, quotidiano accusa: “Il Vaticano coprì un prete pedofilo”

Pubblicato il 9 Aprile 2010 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA

Celine Dion incontra papa Wojtyła, sullo sfondo monsignor Bernard Prince

Il Vaticano e i vertici della Chiesa canadese hanno tentato negli anni ’90 di tenere segreta la vicenda di un sacerdote accusato e poi condannato per atti di pedofilia. È quanto ricostruisce il giornale canadese “The Globe and Mail” raccontando la vicenda di Bernard Prince, che proprio per tenerlo lontano dal Canada, venne perfino trasferito a Roma dove divenne Segretario Generale dell’opera missionaria.

Il sacerdote, accusato dalla Polizia canadese di aver compiuto abusi su almeno tredici minori tra il 1964 e il 1984 nella diocesi di Pemboke, nel 2005 venne giudicato colpevole e condannato a quattro anni di carcere, che sta ancora scontando. Bernard Prince, oggi settantacinquenne, è stato ridotto allo stato laicale da Papa Benedetto XVI l’anno scorso. Ma oltre dieci anni prima che la giustizia facesse il suo corso, sostiene il giornale citando diverse lettere al riguardo, le alte gerarchie vaticane erano al corrente delle sue colpe e fecero di tutto per coprire la vicenda.

A inchiodare la Santa Sede, in particolare, una lettera del vescovo della diocesi di Prince, Joseph Windle inviata nel febbraio 1993 al Nunzio Apostolico in Canada, Padre Carlo Curis, in carica tra il 1990 e il 1999. Nella lettera si fanno chiari riferimenti alla necessità di insabbiare la storia, perché scrive il vescovo, lo scoppio della scandalo «potrebbe avere conseguenze disastrose non solo per la Chiesa canadese ma anche tutta la Santa Sede». Da questa missiva si capisce che a essere informato di questa vicenda fosse stato anche il Cardinale José Sanchez, allora prefetto della Congregazione per il Clero. «Dato che le accuse a suo carico – scrive Windle – sono molto gravi, non avrei nulla da obiettare se gli si concedesse una seconda opportunità e venisse trasferito dal Canada».

Sempre in questa lettera, il presule, esorta il nunzio a evitare che la Santa Sede promuova Prince. Una mossa che secondo Windle potrebbe far arrabbiare le vittime e spingerle a denunciarlo alla Polizia. In realtà poi le cose andarono diversamente, visto che dopo essere trasferito a Roma, Padre Prince divenne un presule di spicco vaticano e amico di Papa Giovanni Paolo II. Dal 1991 al 2004, l’anno in cui è andato in pensione, Prince fu segretario generale della Pontificia opera missionaria. Poi arrivò la condanna, il carcere e la riduzione allo stato laicale.

Il giornale canadese Globe and Mail racconta anche che monsignor Bernard Prince divenne un grande amico di Papa Giovanni Paolo II, all’epoca in cui era segretario dell’Opera Pontificia missionaria.