Canale di Suez cargo portacontainer incagliato: l’ingorgo costa 10 miliardi al giorno, salgono i costi materie prime, presto saliranno i prezzi
Pubblicato il 26 Marzo 2021 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA

Suez, ingorgo costa 10 miliardi al giorno: salgono i costi materie prime, presto saliranno i prezzi FOTO ANSA
Il Canale di Suez è ancora bloccato, per il quarto giorno consecutivo, a causa della nave gigante porta-container Evergreen, incagliata sul fondale. Un ingorgo che costa 10 miliardi al giorno, 9,6 per la precisione, visto che il Canale di Suez è una delle vie d’acqua più importanti al mondo. Un blocco che oltre alla perdita economica avrà come conseguenza quello dell’aumento dei costi delle materie prime e quindi la conseguente salita dei prezzi.
Il blocco del Canale di Suez ferma il commercio
Il Canale di Suez infatti è un’allettante scorciatoia per portare merci dall’Asia all’Europa e viceversa senza dove fare il giro dell’Africa e allungare il tragitto di due settimane. Vi transita circa il 30% dei container in giro per il mondo (quasi 19 mila navi l’anno scorso) e circa il 12% del commercio mondiale. Soprattutto petrolio (in media 1,74 milioni di barili al giorno l’anno scorso) e grano.
Per l’Italia si tratta del 40,1% dell’import-export marittimo, ossia 82,8 miliardi di euro (dati del Centro Studi di Intesa Sanpaolo). Una stima rilanciata da Bloomberg che indica in 9,6 miliardi di dollari al giorno il valore del traffico marittimo bloccato a Suez. Le navi in coda sono già tra le 165 e le 185 secondo dati dell’agenzia.
Quando sarà sbloccato il Canale di Suez?
Le operazioni per disincagliare la nave container al momento si stanno rivelando molto difficili e si prevede che il blocco potrebbe durare anche settimane. Si è già creato un ingorgo di quasi 200 navi. La causa è la nave classe “megaship” lunga 400 metri e larga quasi 60 che martedì mattina, nel pieno di una tempesta di sabbia, si è incagliata nel tratto sud del canale mettendosi di traverso e ostruendolo completamente.
Navigazione dichiarata temporaneamente sospesa dall’Authority che gestisce il canale e lo rimarrà fin quando il cargo battente bandiera panamense e operato da una società di Taiwan non sarà rimesso in navigazione. Fino ad allora ogni giorno che passa si perdono tantissimi soldi e per rientrare delle spese e della mancanza di materie prima non si potrà fare altro che aumentare i prezzi.