Carceri: il trans Preziosa, picchiata nel Cpt di Milano. E il Consiglio d’Europa punta il dito contro l’Italia

Pubblicato il 20 Aprile 2010 - 18:29 OLTRE 6 MESI FA

Sequestrata, picchiata da sei poliziotti e portata in ospedale solo dopo le proteste degli occupanti del Centro di permanenza temporanea di via Corelli, a Milano. Questa la storia del transessuale brasiliano ‘Preziosa’ che il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa racconta, a titolo d’esempio, nel rapporto presentato oggi. Un documento in cui si esprime “grande preoccupazione” per la mancanza di tutele per chi viene fermato dalle forze dell’ordine in Italia.

Sono circa le 23 del 10 luglio 2008 quando Preziosa, che in quel momento si trova in uno dei locali del Cpt, in attesa di andare in infermeria, litiga con un agente di polizia. Portato in un’altra stanza, Preziosa viene picchiata con pugni, calci e colpi di manganello da sei poliziotti, in presenza di un ispettore.

La stanza del pestaggio non è dotata di telecamere di sorveglianza. Secondo fonti del Comitato del Consiglio d’Europa, quella stessa notte il transessuale viene visitato nel Centro intorno alle 11.55 da un infermiere, il quale si limita a dargli un antidolorifico.

Solo dopo che nel Centro scoppia quasi una rivolta, Preziosa viene portata all’ospedale San Raffaele. A quel punto si sono fatte quasi le tre del mattino del giorno seguente e i medici accertano un gonfiore di circa tre centimetri sulla fronte, dolore al costato, ecchimosi sul volto, cranio e collo, lividi su molte parti del corpo, una distorsione al collo e dichiarano il transessuale inabile a lavorare per otto giorni.

Nel rapporto presentato oggi, il Comitato ha chiesto di essere informato dalle autorità italiane sull’inchiesta aperta dopo la denuncia fatta dal transessuale sia nei confronti dei poliziotti per le percosse sia nei confronti dei membri della Croce Rossa presenti nel Centro per omesso soccorso. Ed ha ricordato che il personale della Croce Rossa ha il dovere di proteggere l’integrità fisica delle persone detenute affidate alle loro cure.