Carlos Ghosn, ex ceo Nissan resta in carcere: nuove accuse in Giappone

di Caterina Galloni
Pubblicato il 3 Maggio 2019 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Carlos Ghosn, ex ceo Nissan, in carcere in Giappone: nuova accusa

Carlos Ghosn, ex ceo Nissan resta in carcere: nuove accuse in Giappone

TOKYO – Una nuova accusa, la quarta, per Carlos Ghosn, l’ex ceo Renault-Nissan-Mitzubishi: violazione di fiducia aggravata, di appropriazione indebita di fondi del costruttore giapponese per 5 milioni di dollari. L’ex Ceo rimarrà dunque in carcere mentre il team di avvocati difensori cercherà nuovamente di ottenere la libertà su cauzione.  

L’accusa si aggiunge ai presunti illeciti finanziari, gli inquirenti avevano contestato al manager, che nega tutte le accuse e parla di un complotto, di aver dirottato 15 milioni di dollari dalle casse Nissan verso la Suhail Bahwan Automobiles (SBA) con sede in Oman, tra il 2015-2018, importo presentato come “premio di rendimento”.

Secondo i PM, i 5 milioni di dollari sarebbero stati dirottati a vantaggio di una società di comodo con sede in Libano, che avrebbe poi trasferito parte a Shogun Investments, una società con sede negli Stati Uniti e di proprietà di Anthony Ghosn, figlio dell’ex Ceo. L’azienda avrebbe utilizzato parte di questa somma per acquisire partecipazioni in circa trenta società. I procuratori giapponesi vorrebbero interrogare Anthony Ghosn e hanno chiesto la collaborazione degli USA. 

L’11 aprile i PM hanno interrogato la moglie del manager, Carole Ghosn, rappresentante di Beauty Yachts, una società creata nel 2015 e registrata nelle Isole Vergini Britanniche. La società avrebbe finanziato l’acquisizione di uno yacht di 37 metri chiamato Shachou (“Capo” in giapponese) al costo di 12,2 milioni di euro. Sarebbe stato pagato in più rate nel 2015 e nel 2016, sempre con pagamenti di denaro dirottati a SBA.

Dopo il primo arresto, il 19 novembre 2018, per Ghosn si tratta della quarta accusa. Successivamente è stato arrestato il 10 e 20 dicembre e il 4 aprile scorso. L’ex manager era stato accusato di false dichiarazioni dei redditi dal 2010 al 2018 e ancora una volta per “violazione di fiducia”. In particolare, è accusato di aver cercato di far coprire al produttore le perdite sugli investimenti personali durante la crisi del 2008.

La moglie Carole, fin dall’inizio è stata molto attiva anche nel denunciare le condizioni di detenzione del marito, di essere preoccupata per la sua salute. A Parigi, gli avvocati hanno sollecitato il governo affinché sia processato in Francia ma il procuratore Kukimoto ha detto: “Il trattamento non è diverso da quello che riceverebbe un normale cittadino giapponese”. Fonte: Daily Mail