Carlos Murias, primo santo di papa Francesco? Fu prete ucciso dal regime

Pubblicato il 19 Marzo 2013 - 14:23| Aggiornato il 20 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

BUENOS AIRES – Tra i primi beati di papa Francesco potrebbe esserci un suo connazionale, un frate francescano che si ispirava alla teologia della liberazione, ucciso e torturato dalla dittatura argentina.

Si chiama Carlos de Dios Murias, nato a Cordoba il 10 ottobre 1945, e la sua potrebbe essere la prima causa di canonizzazione a finire sul tavolo del nuovo pontefice, almeno stando a quanto rivela Paolo Mastrolilli sul quotidiano La Stampa, che ne riassume brevemente la vicenda:

Il padre di Carlos era un ricco agente immobiliare e un politico assai noto nella regione. Per suo figlio aveva immaginato una carriera da soldato, e lo aveva iscritto al Liceo Militare, ma subito dopo gli studi Carlos era entrato in seminario e poco dopo era stato ordinato sacerdote da Enrique Angelelli, il vescovo militante di La Rioja, famoso per la sua pastorale dei campesinos. La situazione in quella provincia era un ritratto fedele degli squilibri dell’intero Paese: poche famiglie ricchissime che controllavano tutto, e una marea di lavoratori ridotti quasi in schiavitù. Angelelli si era messo di traverso, e Murias era stato inviato ad aiutare i contadini di un paesino chiamato El Chamical, insieme al prete francese Gabriel Longueville. Doveva fondare una comunità francescana, quando i militari fecero il golpe. Cominciò a ricevere avvertimenti, convocazioni in caserma, dove i soldati gli spiegavano che «la tua non è la chiesa in cui noi crediamo». Carlos tirò dritto e il 18 luglio del 1976 venne rapito insieme a Gabriel. Fu rinchiuso nella Base de la Fuerza Aérea di Chamical, e due giorni dopo il suo cadavere fu trovato in mezzo ad un campo: gli avevano cavato gli occhi e tagliato le mani, prima di fucilarlo.
Angelelli celebrò il funerale attaccando i militari: «Hanno colpito dove sapevano che avrebbe fatto più male. Carlos lo avevo ordinato io, e io lo avevo messo in condizione di pericolo». Due settimane dopo una Peugeot 404 affiancò l’auto di monsignor Angelelli, mentre viaggiava a La Rioja: la macchina del vescovo si ribaltò e lui morì. La polizia archiviò l’episodio come un incidente, la magistratura ora sta finalmente indagando come se fosse un omicidio.

Fu proprio l’allora cardinale Bergoglio a firmare nel maggio del 2011 la causa per la canonizzazione di Carlos de Dios Murias. Se papa Francesco appoggerà nuovamente la causa presto Carlos Murias potrebbe dunque essere proclamato beato della Chiesa.

Un segnale non di poco conto visto che Murias faceva parte a pieno titolo di quella teologia della liberazione osteggiata dalla dittatura ma anche da molti alti prelati argentini.

Padre Carlos Trovarelli, provinciale dei francescani in Argentina, racconta che Bergoglio, firmando la pratica di canonizzazione raccomandò a tutti di essere discreti. “Molti vescovi argentini – spiega – soprattutto quelli più anziani, si oppongono alle cause basate sull’impegno sociale ma grazie alla cautela di Bergoglio il processo di Murias è andato avanti”. “Sarebbe commovente – conclude – se il primo beato di Francesco fosse Carlos”.