Caso Ablyazov, il detective israeliano Amit Forlit e l’attrice Tom Darom

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2013 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA
Caso Ablyazov, il detective israeliano Amit Forlit e l'attrice Tom Darom

Tom Darom

TEL AVIV –  Caso Ablyazov, servizi segreti israeliani e un’attrice in cerca di denaro dietro la vicenda culminata con l’espulsione dal’Italia della moglie del dissidente kazako, Alma Shalabayeva, e della figlia Alua di 6 anni.

Sul Corriere della Sera Davide Frattini ricostruisce la vicenda che vede coinvolto Amit Forlit, titolare della Gadot Information Services, l’agenzia di investigazioni israeliana che ha assoldato i tre detective italiani trovati dalla Digos vicino alla casa di Ablyazov a Casal Palocco, periferia di Roma.

Proprio da Forlit, secondo quanto sostenuto dal capo della Polizia, Alessando Pansa, nella sua relazione, i tre avrebbero avuto l’incarico di individuare la presenza del “ricercato”.

Frattini riporta che alla fine di aprile, cioè poche settimane prima dell’operazione a Casal Palocco, il 28 maggio, la Gadot Information Services ottenne un prestito di 230 mila shekels (circa 50 mila euro) da una banca israeliana.

Lo stesso Forlit già nel gennaio del 2011 era stato interrogato dalla polizia israeliana per aver presentato e raccomandato l’attrice Tom Darom a dei detective denunciati in un caso di minacce e pressioni illecite.

Darom aveva lavorato per Forlit in alcune indagini sotto copertura dentro ai locali notturni di Tel Aviv per raccogliere informazioni su alcune persone presenti a quegli eventi.

L’ultima “interpretazione” di Darom, scrive Frattini sul Corriere della Sera,

prevedeva invece di presentarsi come una ricca benefattrice a Dudi Zilbershlag, molto noto nella comunità ultraortodossa di Gerusalemme e fondatore di Mifal Chaim-Meir Panim. Due altri leader dell’organizzazione che aiuta le famiglie povere tra gli “haredim” (ultraortodossi, ndr) avrebbero cercato di ricattarlo: secondo l’accusa, volevano ottenere foto compromettenti per estrometterlo dal gruppo e perché erano convinti che intascasse parte delle donazioni.

Dopo una sere di incontri, Darom ha invitato il religioso nella sua stanza d’hotel a Tel Aviv e gli ha proposto di spogliarsi per potergli massaggiare la schiena. “Quando mi hanno reclutata per la missione, mi avevano convinto che fosse importante smascherare Zilbershlag: i detective hanno insinuato che fosse corrotto e che molestasse le donne. Non sapevo ci fossero le telecamere nascoste e che tutto venisse filmato”.