WASHINGTON – Il caso Huawei è semplicemente un caso legato alla sicurezza nazionale e non dovrebbe interessare i negoziati con la Cina sul commercio: lo ha detto il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow che si è detto ottimista sui colloqui con Pechino.
Kudlow ha ribadito di aver avvertito più volte Huawei delle irregolarità: “Abbiamo avvertito più volte Huawei sul fatto che c’erano delle violazioni alle sanzioni con l’Iran”. Il consigliere economico ha inoltre spiegato che questo caso non ha nulla a che vedere con i negoziati sul commercio: “Sono due cose separate e distinte”, ha sottolineato, nel tentativo di inviare ai messaggi un messaggio rassicurante dopo il giovedì nero delle Borse.
Da Bruxelles però è stato espresso timore per la sicurezza. Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione Ue, ha spiegato: “In realtà non sappiamo molto sul caso Huawei, ma come persone normali dobbiamo essere preoccupati. Dobbiamo essere preoccupati perché la Cina ha fissato nuove regole in base a cui le loro imprese devono cooperare con la loro intelligence e io sono sempre stato contrario a backdoor obbligatorie. Non è un buon segno quando le imprese devono aprire i loro sistemi ai servizi segreti”.
Una dichiarazione a cui Huawei ha replicato definendosi “sorpresa e delusa dai commenti” del vicepresidente della Commissione Ue: “Respingiamo categoricamente ogni accusa di poter costituire una minaccia alla sicurezza. Siamo aperti al dialogo con Ansip per chiarire queste incomprensioni e siamo parte della soluzione, non il problema in quanto nessun governo ci ha mai chiesto di costruire backdoor o interrompere le reti, la cybersicurezza è sempre stata la nostra priorità”.