Caso Scajola, la segretaria: “Quando veniva la Rizzo dovevo lasciarli da soli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Maggio 2014 - 17:17 OLTRE 6 MESI FA
Caso Scajola, la segretaria: "Claudio e la Rizzo? Ero imbarazzata per la moglie"

Scajola (LaPresse)

ROMA Claudio Scajola aveva 3 conti correnti. Uno al Banco di Napoli di Montecitorio, alla Bnl del Viminale e alla Carige di Imperia. Ma le cose, negli ultimi tempi, andavano male, malissimo: “Sono a conoscenza che Scajola nell’ultimo periodo avesse difficoltà economiche, tanto da avere sforato i fidi concessi dalle banche”, come ha raccontato Roberta Sacco, segretaria storica dell’ex ministro, interrogata dai magistrati dell’Antimafia a Genova. “Poco tempo fa Scajola mi ha fatto fare il conteggio delle spese mensili, aveva bisogno di sapere quale fosse il suo bilancio familiare”.

Perché Scajola navigasse in cattive acque, non trapela dalle rivelazioni della segretaria, da ieri tornata in libertà (era ai domiciliari) per decisione del tribunale del Riesame. Affiora invece tutto il suo disagio per il rapporto tra Scajola (lo chiama “il mio datore di lavoro”) e Chiara Rizzo, moglie del latitante Amedeo Matacena.

Perché i due si frequentavano assiduamente, da almeno due anni. E perché Scajola sembrava avere perso la testa negli ultimi tempi, anche sospettando che la donna avesse una relazione con Francesco Bellavista Caltagirone, l’imprenditore di Acqua Marcia finito nelle pesti per le vicende del porto di Imperia . Un ex amico diventato “l’orco”. Forse anche per gelosia. “Dovevo verificare gli spostamenti della Rizzo”, insiste la segretaria. Anche attraverso gli agenti della scorta, anche attraverso il controllo della targa della Porsche Cayenne di lei. Anche informandosi su chi ci fosse a bordo degli aerei che lei prendeva: “Mi disse di verificare se a bordo dell’aereo vi fosse anche Bellavista Caltagirone, che sospettava intrattenesse una relazione con la Rizzo”. Un crescendo sempre più imbarazzante: “Ho fatto presente al mio datore di lavoro Scajola che gli incontri con la Rizzo di cui ero a conoscenza e complice mi creavano disagio verso sua moglie che conosco da anni, ma la mia esternazione non produsse alcun effetto”.

“Conobbi Chiara Rizzo due o tre anni fa in ufficio da Scajola. Negli ultimi due anni i loro contatti erano assai frequenti, a volte la Rizzo veniva in ufficio per pranzare con Scajola, le disposizioni impartite da lui consistevano nell’allestire il pranzo (ci servivamo di un catering) dopodiché potevo lasciare l’ufficio e tornavo per riordinare per l’orario concordato con l’onorevole oppure quando lui mi telefonava per dirmi che potevo ritornare in ufficio”.

Gli incontri: «Con la Rizzo a volte avevamo appuntamento alle spalle del Casinò, altre alle porte di Imperia, affinché potesse parcheggiare non nelle vicinanze dell’ufficio e io provvedessi a portarla da Scajola. A febbraio la vidi a Sanremo per consegnarle una busta con 2 biglietti per il Festival. Era un regalo di Claudio Scajola per il suo compleanno, ed io sapendo che era il suo compleanno le ho regalato un libro».

Le ansie dell’ex ministro: “Dopo una crociera con gli amici la Rizzo si fa all’improvviso sfuggente. Scajola ha iniziato a parlarmi delle sue preoccupazioni circa l’amicizia con la signora Rizzo, in pratica pensava che potesse esserci qualcuno che si prendeva un po’ cura di lei, come faceva lui. Questo è associato al fatto che dopo la vacanza la Rizzo sfuggiva e non riuscivano più a vedersi e a concordare gli incontri come facevano prima”.