Cellulari e cancro si incontrano ma non sono parenti: pericolosi come il caffè

di Riccardo Galli
Pubblicato il 1 Giugno 2011 - 15:59 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

ROMA – L’utilizzo dei telefoni cellulari può causare il cancro. Lo ha sentenziato l’agenzia di ricerca sui tumori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un’affermazione, quella dell’OMS, che potrebbe potenzialmente sconvolgere le abitudini quotidiane di tre quarti della popolazione mondiale. Panico tra i circa 5 miliardi di utenti della telefonia mobile che abitano il pianeta. Le associazioni dei consumatori hanno già pronta una class action sulla falsariga di quelle che hanno colpito le aziende del tabacco. Saremmo di fronte ad una vera e propria rivoluzione se oltre il titolo non leggessimo anche il testo della ricerca secondo cui il cellulare potrebbe causare il cancro. Già, perché il telefonino, leggendo, si scopre che è sì potenzialmente cancerogeno, ma non più del caffè o dei cetriolini.

Gli apparecchi di telefonia mobile sono stati inseriti nella categoria 2B, ovvero quella che comprende agenti e strumenti “possibilmente cancerogeni” per gli esseri umani. Pericolosi quindi i telefoni cellulari? Sì, se consideriamo tali anche il Ddt e i gas di scarico, i caffè e i sottaceti, tutti agenti a rischio classificati dall’Organizzazione mondiale della sanità ed inseriti nella stessa categoria che comprende ben 266 oggetti (a questo link è possibile reperire la lista completa http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/index.php ). A dirlo è l’International Agency for Research on Cancer, il braccio dell’Oms che si occupa, appunto, di cancro. Nel corso dell’analisi di decine di studi pubblicati negli ultimi anni un gruppo di 34 esperti ha cercato di individuare le relazioni “causa-effetto” tra la comparsa di forme tumorali e la propagazione di radiazioni elettromagnetiche come quelle emesse da telefonini, ma anche da forni a microonde e radar. Uno studio che ha richiesto tempo e controlli incrociati con i quali si è giunti alla conclusione che le radiofrequenze da cellulare “possono potenzialmente causare il cancro”.

Da qui titoli sui giornali, class action e aziende del settore che si affrettano a fornire i loro distinguo. Ma, a parte che la lista di cose che possono potenzialmente essere cancerogene comprende praticamente tutto, compresa l’acqua con aggiunta di cloro, cioè quella delle piscine ad esempio, la relazione potenziale cellulare cancro riguarda poi solo due specifici casi tumorali. “L’interconnessione cellulare-tumore è stata giudicata circoscritta al glioma e al neurinoma acustico”, spiega Jonathan Samet, il coordinatore del team che a Parigi ha illustrato la ricerca. Il primo è una forma rara di tumore al cervello che si è rivelata spesso letale, il secondo è il tumore del nervo uditivo. “Per gli altri tipi di patologie invece non ci sono dati sufficienti che possano confermarne il legame con le radiazioni emesse dai telefonini”, precisa Samet.

La valutazione, ufficializzata in una pubblicazione di prossima uscita, si basa sia sui test condotti sugli animali sia sugli studi epidemiologici che riguardano gli esseri umani. Tecnicamente i cellulari emettono il segnale da ripetitori che utilizzano onde radio, in maniera simile a quella delle stazioni radiofoniche fm e dei microonde. Le radiazioni dei cellulari non possono però danneggiare direttamente il Dna e sono differenti da quelle più forti dei raggi X o ultravioletti. Lo scorso anno l’ “Interphone Report”, uno dei più vasti studi in materia, aveva dimostrato un legame tra cancro e cellulari, specie per gli individui che ne facevano uso assai frequente. Anche in quel caso la patologia tumorale più riscontrata era il “glioma”, ma i casi di malattia non erano abbastanza frequenti da rappresentarne un esempio rilevante. Inoltre lo studio aveva destato perplessità perché seguiva un percorso a ritroso, ovvero le persone prese a campione erano già affette da cancro, e a loro veniva chiesto con quale frequenza e come avessero usato i telefonini negli ultimi 10 anni. Molte ricerche e studi hanno sinora affermato o smentito la relazione tra cellulari e cancro, ma tutte si sono scontrate con un dato fondamentale: la relativa giovane età dei dispositivi di telefonia mobile.

I cellulari esistono, almeno su larga scala, da 15/20 anni, un lasso di tempo breve per valutarne gli effetti sulla salute. E in questi 20 anni l’oggetto stesso dell’indagine è poi profondamente mutato. Quello che è potenzialmente dannoso per la salute dell’uomo sono le onde radio emesse dagli apparecchi, emissioni che non sono paragonabili tra i modelli in circolazione oggi e quelli di qualche anno fa. Del resto, gli stessi esperti dell’Oms, invitano alla prudenza e spiegano che serviranno approfondimenti e nuove ricerche prima di giungere a conclusioni definitive. “I risultati a cui siamo arrivati indicano che ci potrebbe essere qualche rischio, ma dobbiamo proseguire con gli studi per individuare ogni interconnessione possibile”, dice Samet. Del resto, l’uso dei telefonini è talmente diffuso, con quasi cinque miliardi di utenti nel mondo, che uno studio organico in materia è assai complesso.

Tanto rumore per nulla quindi, forse si. Ma anche siamo circondati da potenziali sostanze e oggetti cancerogeni qualche precauzione non guasta. Per diminuire, anzi per eliminare quasi del tutto il rischio legato all’utilizzo del telefonino basta un semplice accorgimento: utilizzare l’auricolare. L’oggetto che emette onde elettromagnetiche potenzialmente dannose è infatti il telefono, tenerlo lontano dalla testa risolve il problema. Un altro piccolo accorgimento può essere poi quello di spegnere il cellulare quando non lo si usa, visto che anche quando non è in chiamata il telefonino emette onde, come ad esempio di notte.