Charles Sobhraj, il Nepal scarcera il serial killer che ha ispirato la serie Netflix The Serpent

Sarà rilasciato per motivi di salute come ha stabilito la Corte Suprema del Nepal: ha bisogno di un intervento a cuore aperto.

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Dicembre 2022 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA
Charles Sobhraj, il Nepal scarcera il serial killer che ha ispirato la serie Netflix The Serpent

Charles Sobhraj, il Nepal scarcera il serial killer che ha ispirato la serie Netflix The Serpent

Sarà scarcerato nelle prossime ore Charles Sobhraj, il serial killer francese che ha ispirato la serie Netflix “The Serpent”. Sobhraj, 78 anni, che negli anni 70 ha commesso diversi omicidi in tutta l’Asia, si trova in carcere in Nepal dal 2003.

Sarà rilasciato per motivi di salute come ha stabilito la Corte Suprema del Nepal. Il tribunale, inoltre, ha ordinato che sia trasferito entro 15 giorni in Francia. “Una volta portato all’Immigrazione, si deciderà cosa accadrà. Ha un problema cardiaco, vuole essere curato all’ospedale di Gangalal”, ha detto il suo avvocato, Gopal Shiwakoti Chintan.

Il serial killer ha bisogno di un intervento chirurgico a cuore aperto e la sua scarcerazione è conforme a una legge nepalese che consente il rilascio di prigionieri costretti a letto che hanno già scontato tre quarti della pena.

Chi è The Serpent 

Cittadino francese di origini vietnamite e indiane, Charles Sobhraj iniziò a viaggiare per il mondo all’inizio degli anni ’70 e si ritrovò nella capitale thailandese, Bangkok. Fingendosi un commerciante di pietre preziose, fece amicizia con le sue vittime, spesso backpackers occidentali sulle tracce degli hippy degli anni ’70, prima di drogarle, derubarle e ucciderle. 

“Il governo del Nepal vuole rimandarlo indietro il prima possibile. Anche Sobhraj lo vuole. Così gli ho organizzato un volo con la Qatar Airways alle 18:00. L’ambasciata francese gli sta portando i documenti di viaggio”, ha detto il suo avvocato ai giornalisti.

In diverse interviste Sobhraj ha ammesso di aver ucciso almeno una ventina di turisti durante la sua permanenza in Asia. Le avrebbe picchiate, strangolate e persino bruciate. Per la quasi totalità di loro non è però mai stata fatta giustizia.