Cina, fabbrica dei suicidi: più soldi agli operai. Steve Jobs: “E’ molto carina”

Pubblicato il 2 Giugno 2010 - 12:42 OLTRE 6 MESI FA

Alla Foxconn gli operai avranno il 30 per cento in più sul salario. Si tratta della fabbrica taiwanese ormai ribattezzata dei suicidi e secondo quanto confermato da un portavoce della Hon Hai Precison Industry di Taipei, proprietaria della Foxconn, questa sarebbe l’ultima mossa per cercare di evitare che i dipendenti si tolgano la vita.

Finora nessuno è riuscito a spiegare l’ondata di suicidi tra gli operai della fabbrica, che produce componenti per multinazionali come la Apple Computer e la Sony.

Parlando per la prima volta della vicenda della Foxconn il presidente della Apple Steve Jobs  ha detto: «Foxconn non è un negozio di dolciumi. Non è una fabbrica di schivi, per essere una fabbrica è molto carina». Così Steve Jobs, amministratore delegato di Apple, sulla “fabbrica dei suicidi” che produce molti venduti gadget hi-tech (tra cui l’iPad e altri prodotti Apple, ma anche componenti per Dell e Nokia) e che è balzata alle cronache per un’ondata di suicidi tra gli operai, già 13 da inizio anno. «La situazione ha tutta la nostra attenzione» ha detto Jobs dal palco californiano dell’evento D8 All Things Digital. «Ci preoccupa molto, perciò abbiamo inviato nostre persone, e anche esterni, a indagare sulla situazione. Foxconn però non è un negozio di dolciumi. Hanno ristoranti e piscine…. Per essere una fabbica, è una fabbrica piuttosto bella».

La vicenda si svolge mentre agitazioni per aumenti salariali sono in corso in tutto il sud industrializzato della Cina. Ieri l’impresa automobilistica giapponese Honda, in uno dei cui stabilimenti gli operai sono in sciopero dalla scorsa settimana, ha offerto un aumento dei salari del 24 per cento. Gli operai della Foxconn guadagnano oggi 900 yuan (circa 108 euro).

Secondo Geoffrey Crothall, uno dei curatori del China Labour Bulletin di Hong Kong, “a Shenzhen (dove si trova la fabbrica della Foxconn) un salario minimo di duemila yuan è assolutamente necessario”.