Cina, lotta al porno su internet: chiusi 60mila siti

Pubblicato il 30 Dicembre 2010 - 18:05 OLTRE 6 MESI FA

La Cina ha dichiarato guerra alla pornografia on line. Mentre il numero dei navigatori cinesi della rete aumenta, portando il celeste impero ad essere il primo paese al mondo per numero di internauti e tra questi i giovani sono sempre più numerosi, il governo decide di porre un freno a molti servizi come il VoIP. Sono oltre 60.000 i siti web con contenuti pornografici chiusi nei primi 11 mesi dell’anno dalle autorità cinesi, secondo quanto ha dichiarato Wang Chen, direttore dell’Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato, che ha contato in circa 350 milioni di contenuti volgari, indecenti o pornografici, sia sotto forma di video che di fotografie, quelli cancellati dalla rete.

Nel 2009 la Cina aveva lanciato una campagna specifica per aumentare la sicurezza nella rete e per combattere la pornografia on line. Nell’ambito di questa campagna sono stati individuati 2197 reati e a 4695 persone sono state comminate pene. La decisione del governo cinese di controllare maggiormente la rete arriva proprio mentre nel paese aumenta in maniera rilevante il numero degli internauti. Secondo l’ufficio di Wang, il numero dei ‘netizen’ cinesi ha raggiunto i 450 milioni a novembre, in aumento del 20,3% rispetto all’anno precedente. Circa il 33,9% dei cinesi hanno navigato sul web, una percentuale superiore alla media mondiale del 30%. Sono i giovani i maggiori utilizzatori della rete, dato dimostrato dall’aumento dei microblog e degli iscritti ai social network e chat cinesi. E su internet si cerca di tutto, soprattutto informazioni, anche di carattere sessuale.

A Shanghai, di recente, è stato chiuso per ‘mancanza di ‘clienti’ un centro di educazione sessuale, perché i giovani, cui era specificamente rivolto, preferiscono rivolgersi a internet per avere risposta alle loro domande nel campo del sesso e della sessualità. Intanto se da un lato i cinesi si stanno aprendo sempre di più a internet e alle possibilità che esso offre, il governo cinese sta tentando invece di porre dei freni al suo utilizzo, bloccando molti suoi servizi. L’ultimo divieto riguarda le telefonate che, a quanto sembra, a breve non sarà più possibile effettuare attraverso i servizi VoIP.

Il Ministero per l’Industria e l’Informazione Tecnologica cinese ha infatti fatto sapere che tutti i servizi telefonici VoIP (ovvero i servizi telefonici via internet), eccetto quelli forniti dalla China Telecom e dalla China Unicom, sono illegali in Cina. Il Ministero al momento non ha reso noto a partire da quando la misura diverrà operativa. Se questo verrà confermato molti servizi ormai diffusissimi, tra i quali Skype, non saranno più disponibili in Cina.