Cina, robot al lavoro: manodopera in calo e non più a basso costo
Pubblicato il 9 Febbraio 2015 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA
PECHINO – Manca la manodopera e quella che c’è non è più a basso costo: per questo la Cina sta mettendo al lavoro i robot. Al punto che, stando alle ultime previsioni, il Paese asiatico resterà al primo posto per l’uso di automi nei suoi impianti produttivi almeno fino al 2017. A fare le proiezioni è stato l’International Federation of Robotics (Ifr).
Attualmente la Cina è il mercato più grande al mondo per impiego di robot ma il numero è ancora contenuto rispetto alla densità demografica. L’agenzia di stampa britannica Reuters riporta che ad oggi in Cina ci sono 30 robot ogni 10 mila lavoratori, contro i 437 della Corea del Sud (la più robotizzata), i 323 del Giappone, i 282 della Germania e i 152 degli Usa.
Ma non è solo questione di manodopera: a spingere la Cina saranno soprattutto gli investitori stranieri, specie quelli dell’auto. La Cina è infatti il primo produttore e il più importante consumatore di automobili al mondo ed è qui che viene impiegato il 40% dei robot. Secondo le stime dell’Ifr dunque gli automi al lavoro in Cina tra due anni saranno 428mila.
Una crescita esponenziale a tutto vantaggio di Paesi come il Giappone, principale importatore di robot, che detiene il 60% del mercato. I produttori stranieri di robot che hanno aperto impianti in Cina sono già quattro: i giapponesi Fanuc e Yasakawa, la tedesca Kuka e la svizzera Abb. Ma la Cina si sta già attrezzando per auto-produrre i robot in patria: industria che già soddisfa un quarto del fabbisogno nazional