Circo: Orlando Orfei, in miseria, vive in una favela di Rio de Janeiro

Pubblicato il 22 Marzo 2010 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA

Orlando Orfei, uno dei big del circo in Italia e nel mondo, vive a 89 anni in una casupola della periferia più povera di Rio de Janeiro, non ha soldi per tornare nel nostro Paese, soffre di cuore e ha bisogno del bastone per camminare.

Ingannato da un impresario brasiliano che é fuggito con tutti i soldi, il domatore, famoso anche in Brasile dove è stato sulla breccia dagli anni ’70 con un grande spettacolo circense, domenica 21 marzo ha rilasciato  una malinconica intervista al quotidiano brasiliano “Folha de S.Paulo”.

Il Circo Orfei, il più celebre del Brasile per oltre tre decenni, ha chiuso definitivamente nel 2003. A causarne la fine ha contribuito anche la legge che ha proibito nelle principali città brasiliane l’uso di animali nello spettacolo circense. Per Orfei che il mese scorso è rimasto ricoverato in terapia intensiva per gravi problemi alle arterie  “un circo senza animali non è più nulla. Come può esistere senza una tigre, un leone, degli elefanti? Una famiglia vuole vedere gli animali”.

Con Orfei vive a Nuova Iguacù, quasi una favela a nord di Rio, la moglie l’austriaca Herta Herling,76 anni,  che nei tempi d’oro faceva uno show di colombe addestrate. Lei si ricorda degli anni felici vissuti in Brasile quando i due si erano comprati un attico a Sao Conrado, una delle spiagge più escusive di Rio, e giravano continuamente per il gigante sudamericano, dall’Amazzonia alle praterie ai confini con l’Uruguay: “Mamma mia: è stata proprio una grande avventura”.

Orfei dice di aver percorso tutto il Brasile per ben sette volte da quando accettò nel 1968 l’invito di un impresario a portare il suo circo italiano a Rio de Janeiro e a San Paolo: “Conosco praticamente tutto di questo paese, più grande dell’Italia 27 volte. Il brasiliano è un popolo buono, amico, e gli piace molto il circo. Per me il Brasile una seconda Italia.”. E rievoca tutta la storia degli Orfei, dal bisnonno che a Ferrara abbandonò agli inizi dell’800 gli studi ecclesiastici per fuggire con l’amata, con la quale fondò poi il primo circo Orfei.

Orlando iniziò a 6 anni come pagliaccetto, e poi sviluppò il suo business a dismisura giungendo a spostarsi per il pianeta con 100 tir e con l’aereo personale. Ora la Folha intitola la sua intervista “La gabbia di Orlando Orfei” e ricorda con tristezza i tempi in cui il domatore oggi in disgrazia andava in giro per pubblicizzare i suoi spettacoli con una leonessa sul sedile posteriore di una decappottabile. “Non mi pace restare qui fermo a Nova Iguacù – sbotta Orlando Orfei che malgrado gli anni, gli acciacchi, e le tempeste della vita ha sempre una grinta invidiabile – Mi piace andare ogni giorno in un luogo diverso: sono nato così. Mi chiedono se non sono stanco di viaggiare. Ma anzi: quello che mi stanca è questa immobilità a cui sono costretto”.

È improbabile che qualcuno dei sei figli, 11 nipoti, e quattro pronipoti, risollevi le sorti di quel celebre circo. Ma comunque Orfei conclude con una nota di ottimismo la sua intervista: “Senti una cosa. È Orlando Orfei che te la dice. Il circo è uno spettacolo eterno: le cose difficili che sono ben fatte non finiranno mai. Ricordalo”