Conclave, Bergoglio partì dietro Scola: così andò la rimonta

Pubblicato il 19 Marzo 2013 - 15:14| Aggiornato il 19 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL VATICANO – Ha un programma che “è il medesimo di Angelo Scola”, era partito secondo alle spalle dello stesso arcivescovo di Milano, ma alla fine Jorge Maria Bergoglio l’ha spuntata ed è stato eletto dal conclave. Con quasi la totalità dei voti. Il retroscena su come è andata l’elezione del nuovo pontefice, papa Francesco, l’ha tratteggiato Paolo Rodari su Repubblica.

Come nel 2005, quando i porporati riuniti sotto la volta della Cappella Sistina scelsero Joseph Ratzinger come successore di Giovanni Paolo II, anche nel 2013 Bergoglio al primo scrutinio si è fermato alla metà dei voti del principale rivale Scola: il vescovo ambrosiano da subito si è aggiudicato 35 voti, ben più dei 20 di Bergoglio, seguito dal franco-olandese prefetto dei vescovi Marc Ouellet, con 15 voti.

A differenza del 2005, quando Bergoglio cedette a favore di Ratzinger, questa volta i curiali “costringono Scola alla resa”, scrive Rodari. Questo nonostante goda dell’appoggio di Angelo Bagnasco, capo dei vescovi e arcivescovo di Genova, Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e il primate di Vienna e allievo di Ratzinger Christoph Schönborn. A sostegno di Beroglio c‘è invece il cardinale brasiliano Claudio Hummes, lo stesso che avrebbe ispirato il nome di Francesco, con un appello a Bergoglio a “ricordarsi dei poveri”.

A spaventare i religiosi elettori sarebbe stata, scrive Rodari, la linea ruiniana di Scola, per una Chiesa combattiva nella società e nella politica. Al secondo giorno, però, Scola ha capito di essere stato superato da Bergoglio e ha ceduto. Così alla quarta votazione, la stessa che nel 2005 elesse Ratzinger con 84 voti, Bergoglio ha la maggioranza, ma non i due terzi. Per quelli ha dovuto attendere la quinta votazione: ed è stato un plebiscito.