Quarant’anni dopo , torna la contestazione studentesca a Berkeley, una delle migliori Università del mondo, vicino a San Francisco, in California. Torna non per difendere la libertà di espressione come a metà degli anni Sessanta o contro la guerra in Vietnam nel 1969, ma per contestare l’aumento della retta ed una serie di licenziamenti dovuti alla crisi.
La Cbs riferisce che una quarantina di studenti sono stati fermati sabato sera dopo avere occupato per tutto il giorno un anfiteatro del famoso campus, dominato da un campanile ispirato a quello di San Marco. A fine giornata i dimostranti sono stati portati via dalla polizia, senza incidenti, e dopo essere stati applauditi dalle circa duemila persone presenti nel campus sono finiti al commissariato.
Quindi sono stati scarcerati dopo essere stati accusati di violazione di proprietà privata, un reato minore. Le università pubbliche dello Stato, quelle della rete della University of California (UC), sono in subbuglio dopo l’annuncio dell’aumento la retta del 32% per evitare la bancarotta, a causa della crisi che ha colpito in pieno il Golden State.
La retta per studiare ad una delle UC, la cui punta di diamante è proprio Berkeley, dal primo gennaio supererà i 10 mila dollari per i residenti dello Stato. Rispetto a quanto chiedono le università private, la maggior parte degli Atenei Usa, si tratta di meno della metà. Ma è vero che alla retta occorrono aggiungere le spese per vitto, alloggio e libri. Cioè in media tra i 15 e i 20mila dollari.
Prima di quelle di Berkeley, ci sono state dimostrazioni, senza violenze, all’UCLA di Los Angeles, alla UC Davis nei pressi di Sacramento e alla UC di Santa Cruz, ad un centinaio di chilometri a sud di San Francisco, dove l’occupazione del centro amministrativo dell’Ateneo è in corso da tre giorni.
Fino a qualche tempoo fa una delle più famose docenti di Santa Cruz, responsabile del dipartimento per gli studi sul femminismo, era Angela Davis, la storica attivista comunista nera, ora in pensione, inprigionata all’inizio degli anni settanta per l’omicidio di un giudice californiano, poi assolta e scarcerata nel 1972.