Corea del Nord, emergenza cibo: cala produzione cereali

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

La situazione alimentare in Corea del Nord, da tempo ormai in stato critico, rischia di peggiorare ulteriormente nel corso del 2010, dopo che lo scorso anno la produzione di cereali ha segnato un calo di circa il 5% sul 2008, fermandosi a 4,11 milioni di tonnellate.

Secondo una proiezione diffusa dal ministero per l’Unificazione sudcoreano, basata sull’analisi dei dati forniti in passato da Pyongyang in rapporto alle condizioni climatiche rilevate lo scorso anno nel Paese, il calo di produzione è da ipotizzare intorno alle 200 mila nette tonnellate sul 2008.

Le stime del governo di Seul delineano un quadro generale allarmante, con un totale di almeno 1,3 milioni di tonnellate di cereali che mancherebbero per soddisfare il fabbisogno minimo alimentare dei quasi 24 milioni di nordcoreani.

L’emergenza cibo nel Paese comunista è stata indirettamente confermata di recente anche dal leader Kim Jong-il, che, in una uscita pubblica di rara schiettezza, aveva rinnovato la promessa di liberare il suo popolo da pasti a base di mais in favore di «riso bianco, pane e tagliolini in quantità generosa».

La crisi alimentare in Corea del Nord, una delle economie più disastrate del pianeta dove buona parte della popolazione è ridotta alla fame, ha avuto origine dalla grande carestia del 1995-1998, che ha causato circa tre milioni di morti in seguito a eccezionali inondazioni e al collasso dell’Unione Sovietica, fino a quel momento tra i principali sostenitori economici del regime nordcoreano.

Per aver un ulteriore termine di paragone, la Corea del Nord nel 2008 ha prodotto 1,9 milioni di tonnellate di riso, in base agli ultimi dati disponibili, contro i 4,8 milioni del Sud.