Corea del Nord: Google Earth svela i gulag (foto)

Pubblicato il 30 Gennaio 2013 - 07:44 OLTRE 6 MESI FA

PYONGYANG – Gulag coreani svelati da Google Earth. Uno degli atroci misteri di una delle nazioni più repressive e chiuse del mondo può essere smascherato da un programma in libero accesso su Internet. Poche settimane dopo il controverso viaggio in Nord Corea di Eric Schmidt, cofondatore di Google, nuovi insoliti rapporti vengono messi in luce tra l’azione della compagnia di Mountain View, California e il paese stalinista.

Diversi attivisti per la causa della libertà coreana hanno sfruttato l’interesse mediatico suscitato del viaggio di Schmidt, per mettere in evidenza il ruolo di Google Earth nella scoperta e nella divulgazione dei peggiori e più atroci segreti del regime. La Corea del Nord possiede una rete di campi di lavoro dove sono ammassati, in condizioni umanitarie disastrose, decine di migliaia di prigionieri a vita, ridotti a lavorare in schiavitù, maltrattati, violentati ed uccisi sommariamente.

Un numero consistente di prigionieri sono colpevoli solo di avere parenti invisi dal regime. Tutti i bambini nati da due detenuti vengono tenuti fin dalla nascita nei campi di lavoro come ha rivelato l’incredibile storia di Shin Dong-hyuk, oggetto nel 2012 di un libro-reportage del giornalista americano Blaine Harden.

Questi campi di lavoro, che raccolgono una popolazione di 250000 persone, possono oggi essere intravisti grazie ad un computer ed una connessione internet. Attivisti americani del gruppo One Free Korea hanno mostrato sul loro sito le immagini satellitari del campo 22, dove si suppone che vivano circa 50000 persone, tra uomini, donne e bambini e dove si crede che ogni anno muoiano di denutrizione da 1500 a 2000 persone. Joshua Stanson, attivista membro del gruppo, ha scoperto nel 2007 grazie a Google Earth il Campo 16, dove sono imprigionate circa 10000 persone in un complesso che misura che misura circa 25 chilometri per 30.

Oramai chiunque dispone di un computer, di una connessione Internet e vive in un paese che non pratica la censura può intravedere dall’alto, lontanamente ma distintamente, quei luoghi di barbarie che ancora esistano, siano essi la prigione di Guantanamo o i ripugnanti lager coreani. Questa potenzialità di Google Earth rivela che per le dittature è sempre più difficile, in un mondo dove l’informazione è sempre più accessibile ed ampia, riuscire a tenere nell’armadio i loro immondi scheletri.