Corea del Nord, in 150mila costretti a lavorare all’estero per finanziare il programma nucleare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Aprile 2018 - 06:11 OLTRE 6 MESI FA
Corea del Nord, in 150mila costretti a lavorare all'estero per finanziare il programma nucleare (foto Ansa)

Corea del Nord, in 150mila costretti a lavorare all’estero per finanziare il programma nucleare (foto Ansa)

ROMA – Da un’inchiesta della BBC emerge la drammatica situazione di più dei 150.000 nordcoreani costretti a lavorare all’estero in condizioni spaventose, garantendo fondi per il programma nucleare di Kim Jong-un.
Secondo un’indagine condotta in Cina, Russia e Polonia da gruppi per i diritti umani e dai giornalisti, le persone lavorano in condizioni di “schiavitù”.

Un ex ambasciatore della Corea del Nord in Gran Bretagna, Thae Yong-ho, ha affermato che il denaro inviato dai lavoratori serve per finanziare il programma nucleare del leader nordcoreano.
Un operaio nordcoreano, che vive e lavora a Vladivostok, Russia, ha detto a un giornalista:”Qui sei trattato come un cane. Mangi male, non sei un essere umano”
Secondo un documentario della BBC, nei cantieri navali in Polonia lavorano almeno 800 nordcoreani come saldatori e operai.

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Un caposquadra nordcoreano di una ditta polacca ha dichiarato:”Quando ci sono scadenze, lavoriamo senza interruzioni. Non come i locali che lavorano otto ore al giorno e poi tornano a casa. Non lo facciamo, lavoriamo finché è necessario”.
In una clip filmata di nascosto, le autorità del sito sembravano difendere l’accordo, insistendo:”Hanno un’idea di ciò che è il mondo e guadagnano qualche zloty o dollaro che probabilmente aiuta tutta la famiglia”.
Le aziende presenti nel documentario hanno negato qualsiasi illecito mentre Pyongyang insiste che i connazionali lavorino legalmente.
Thae Yong-ho, ha tuttavia sostenuto che il denaro inviato dai lavoratori nella Corea del Nord finanzia le ambizioni militari di Kim Jong-un e il lussuoso stile di vita della famiglia.
Di fronte alle sanzioni statunitensi e internazionali, la Corea del Nord per ottenere denaro, ha fatto affidamento sugli operai che lavorano all’estero, scrive il Daily Mail.

Sull’ammontare delle entrate le cifre variano: un report U.N. del 2015 ipotizza che  i nordcoreani che lavorano all’estero hanno spedito a Pyongyang tra 1,2 e 2,3 miliardi di dollari l’anno. Altre stime parlano di centinaia di milioni di dollari.
I mercati principali sono la Cina e la Russia, ma anche il Golfo ospita migliaia di persone.
Nonostante molti vivano in povertà, la Corea del Nord per le forze armate spende almeno un quinto del PIL annuo