Corea del Sud, il capo dell’emittente tv “Cosun” costretto a dimettersi per colpa della figlia di 10 anni

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2018 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Bang Jung-oh

Bang Jung-oh, l’ad dell’azienda di comunicazioni che si è dovuto dimettere


SEOUL – “Ti farò perdere il lavoro, sarai licenziato, voglio che tu muoia!”. Così la figlia di 10 anni di Bang Jung-oh, ceo della tv sudcoreana via cavo “Cosun”, si era rivolta all’autista. Il papà aveva “obbedito” a quanto chiesto dalla figlia ed aveva licenziato il suo dipendente. Ora, dopo la divulgazione della registrazione audio, Bang Jung-oh è stato costretto ad annunciare le dimissioni. 
 
Bang Jung-oh si è scusato per il comportamento della figlia dopo che la registrazione audio dell’invettiva è stata trasmessa da “Mbc”, una stazione concorrente, spiega il Daily Mail. 
 
Nella clip, si sente urlare la ragazzina contro l’autista, lo minaccia di fargli perdere il lavoro e quando il giorno successivo l’uomo ha riferito i commenti ai genitori si aspettava delle scuse ma invece è stato licenziato. 
 
“Sei veramente pazzo. Ehi, sto parlando con te”, dice la ragazzina. Dopo un lungo silenzio l’autista risponde:”Se vuoi licenziami”.  La bambina continua a maltrattare l’autista:”Pensi che la cosa mi imbarazzi? Sei paralitico“. E urla:”Ti odio davvero. Voglio che tu muoia. Questo è ciò che desidero”. 
 
Bang ha annunciato che si dimetterà ed ha detto: “Esprimo profondo rammarico per aver provocato dei problemi a causa di mia figlia, mi scuso sinceramente con l’autista per la sofferenza”, secondo quanto riportato dal Telegraph.
 
L’episodio ha sollevato un’ondata di sdegno sui social media. In molti hanno attaccato i super ricchi che controllano le aziende dell’undicesima economia mondiale.
 
Nel Paese, le conduzioni familiari di aziende importanti, spesso sollevano polemiche. Nel mese scorso, una serie di scandali ha travolto la famiglia Cho che controlla la Korean Air. Il capo dell’azienda, Cho Yang-ho, è stato infatti incriminato con l’accusa di appropriazione indebita di decine di milioni di dollari ed anche per altri reati.