Coronavirus, a Chicago allarme dei ristoratori: chiedono aiuti e garantiscono ai lavoratori 4.000 $ al mese

di Caterina Galloni
Pubblicato il 18 Marzo 2020 - 07:01 OLTRE 6 MESI FA
Chicago, Ansa

Coronavirus, a Chicago l’allarme dei ristoratori: aiuto immediato per il settore (foto Ansa)

ROMA – A Chicago, circa 50 chef e ristoratori sui social media hanno lanciato un appello al sindaco e al governatore affinché diano un aiuto immediato ai lavoratori licenziati dopo le restrizioni operate sul settore a causa della pandemia: la chiusura delle attività per due settimane ha pesanti conseguenze economiche.

Nei video pubblicati individualmente sui social media hanno dichiarato che “senza un’azione immediata e decisiva da parte del governo non sopravviveranno alla chiusura”.

I ristoratori e gli chef chiedono al governatore JB Pritzker un piano che preveda l’indennità di disoccupazione per tutti i dipendenti, sospensione delle tasse sugli stipendi e riduzione degli affitti e dei prestiti.

Quest’anno, ancor prima che Pritzker decidesse la chiusura dei ristoranti per due settimane, il fatturato dei ristoranti di Chicago è diminuito del 40-70% rispetto al 2019, secondo l’Illinois Association Association.

E la chiusura più il forte calo degli avventori peseranno in modo non indifferente sui circa 600.000 addetti alla ristorazione di tutto lo stato. Il blocco temporaneo consente tuttavia la consegna e il ritiro sul marciapiede, ma per molti ristoranti locali le vendite con questa modalità generano solo dal 10 al 20% delle entrate. I proprietari dei bar, se non servono cibo non hanno altra scelta che chiudere.

Tra i ristoranti famosi che hanno postato i video sui social media ci sono Rick Bayless di Frontera Grill’s e Nick Kokonas, cofondatore del gruppo Alinea.

Kokonas aveva precedentemente chiesto al sindaco Lori Lightfoot di ridurre l’imposta sulle vendite dei ristoranti di Chicago, che con l’11,75% rappresenta la più alta della nazione. Durante la chiusura, Alinea garantisce a tutti i dipendenti a tempo pieno uno stipendio settimanale di $ 1.000, e $ 500 a settimana per i lavoratori part-time. Altre misure includono la rinuncia alle tasse comunali e statali e i permessi per le piccole imprese e le tasse di licenza fino al 1° giugno.

“Il rinvio rappresenta un aiuto alle piccole imprese in vista di una chiusura straordinaria di due o più settimane” ha dichiarato in una nota Pat Doerr, amministratore delegato dell’associazione. Ha aggiunto che Hospitality Business Association prima d’ora non hai mai sperimentato una crisi analoga e che il problema è aggravato dal rallentamento di gennaio e febbraio. Doerr ha inoltre affermato che gli aiuti a livello statale, a lungo termine non saranno sufficienti e una volt superata la crisi sarà necessaria un’azione federale così da far continuare l’attività a bar e ristoranti.

Fonte: chicagobusiness.